Fmi: l'Italia faccia più riforme
Il potenziale di crescita è basso
L'Italia è stretta nella morsa del basso potenziale di crescita. E questo ha decisamente influito sulla crisi nel nostro Paese. Secondo Ajaj Chopra, vice direttore per l'Europa del Fondo Monetario Internazionale, le cause del basso potenziale di crescita in Italia vanno ben oltre l'attuale crisi finanziaria. “La produttività è scesa – spiega Chopra – i redditi sono rimasti stagnanti e si è allargato il gap di competitività”, secondo il dirigente dell'Fmi è importante agire “con più forza per portare avanti le riforme “ necessarie. I problemi del Paese, ricorda il Fondo, si inseriscono in un quadro europeo di “ripresa fragile” nel 2010 che richiede un'azione più incisiva da parte dei governi e le autorità. L'Italia così con lo 0,2% della crescita prevista per il 2010 si raffronta a un +0,5% della stima dell'Unione Europea e dello 0,3% dell'Eurozona. Nel vecchio continente il credito rimane scarso, la disoccupazione cresce e la crisi ha ridotto il potenziale di crescita dell'Europa che non potrà più contare sulle esportazioni per ripartire visto che i consumi americani resteranno stagnanti e l'Asia, seppure in crescita, non colmerà tale gap. “In genere - spiega Ajaj Chopra - un taglio delle spese dei conti pubblici ha un effetto più duraturo ma in alcuni casi, come ad esempio la Spagna, sono necessari anche aumenti delle tasse”.