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Conti pubblici, allarme dell'Ue

"L'Italia è a rischio"

Silvia Tironi
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La situazione dei conti pubblici sul lungo termine in Italia - così come in Francia, Ungheria, Polonia e Portogallo - è ''insostenibile” anche senza considerare eventuali incrementi della spesa per le pensioni. È quanto rileva la Commissione europea in una comunicazione sulla sostenibilità dei conti pubblici approvata oggi. È quindi ''indispensabile” che l'Italia, una volta avviata sulla strada della ripresa, proceda a una ''rapida” azione di risanamento per ''garantire una stabile riduzione del suo molto alto livello di indebitamento”, destinato a raggiungere nel 2010 il 116%, un tetto mai toccato dalla nascita dell'euro. Per Francia, Italia, Ungheria, Polonia e Portogallo, si legge ancora nel documento di Bruxelles, il costo derivante dall'invecchiamento della popolazione sul lungo termine non è previsto essere ''particolarmente alto”. Ma a determinare la ''insostenibilità'' della politiche fiscali di questi Paesi, rileva la Commissione, sono le ''condizioni di partenza” dei loro conti. In tutti e cinque, si legga ancora nel documento, ''la crisi e il sostegno alla ripresa stanno conducendo a un incremento molto veloce” del rapporto debito-Pil, ''compensando rapidamente i progressi raggiunti negli ultimi anni” sul fronte del risanamento dei conti. La sostenibilità dei conti pubblici sul lungo termine, ha commentato il commissario Ue per gli affari economci e monetari Joaquin Almunia, ''è una preoccupazione per tutti i Paesi Ue, anche se varia considerevolmente” da un Paese all'altro. Una situazione determinata ''nella maggior parte dei casì' dalle conseguenze della crisi che ha portato alcuni Stati ''in una più alta categoria di rischio sul lungo termine”. Dopo aver riconosciuto che i governi ''devono continuare a sostenere l'economia”, Bruxelles rileva però che comunque ''è arrivato il momento di cominciare a monitorare le strategie di consolidamento” dei conti e valutare come la crisi la colpito la loro sostenibilità''. ''Misure per far crescere la fiducia e sostenere la domanda – ha detto ancora Almunia – possono avere successo solo se vengono percepite dai mercati e dall'opinione pubblica come temporanee e compatibili con la sostenibilità'' dei conti sul lungo termine. Un fattore ''chiave” dell'exit strategy a cui si sta lavorando a livello europeo. Nel documento si osserva che la strategia di consolidamento dei conti basata su tre fattori - riduzione di deficit e debito, aumento dell'occupazione e riforma del welfare - ''resta valida. Ma mentre prima queste erano opzioni tra cui i Paesi potevano scegliere, ora, per molti Paesi Ue, è ''indispensabile” agire su tutti e tre i fronti. Boccia (Pd): “Da Berlusconi e Tremonti solo propaganda” – Francesco Boccia, deputato del Pd, commenta la comunicazione della Ue sulla non sostenibilità dei conti pubblici affermando che ''la propaganda di Berlusconi e Tremonti non basterà a spiegare come mai nell'ultimo anno il debito pubblico degli italiani è peggiorato di 100 miliardi: un buco enorme di cui il governo deve dar conto al paese”. Boccia ha annunciato quindi un'interrogazione al ministro dell'economia ''per chiedere spiegazioni sul dissesto del debito: in che modo sono stati utilizzati i soldi degli italiani nell'ultimo anno?''. “Non ci raccontino la storia della crisi economica: siamo all'allarme rosso del debito, smettano di prendere in giro gli italiani e raccontino la verità'', ha concluso Boccia.

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