Storico inviato di guerra

Bernardo Valli lascia Repubblica, scontro col direttore Molinari su Israele. Addio e terremoto a sinistra

Un altro addio pesantissimo a Repubblica: è quello di Bernardo Valli, storico inviato di guerra del giornalismo italiano. Di più, "il più grande reporter di guerra della seconda metà del Novecento", com'era stato definito appena 5 mesi fa. Da chi? Ma da Repubblica, ovviamente. Secondo quanto riportato dal sito specializzato professionerporter.it, Valli, proprio come prima di lui Gad Lerner, Pino Corrias ed Enrico Deaglio, se ne va in aperta polemica con il nuovo corso inaugurato dal passaggio di proprietà tra i De Benedetti e John Elkann e il cambio di direzione da Carlo Verdelli a Maurizio Molinari

 

 

In particolare, sarebbe esploso il contrasto di vedute su Israele e Medio Oriente tra Valli e il direttore, che "ha promosso - sottolinea il sito - collaboratrice corrispondente da Gerusalemme Sharon Nizza, ex candidata del Pdl alla Camera dei deputati e prima collaboratrice in Parlamento di Fiamma Nirenstein, anche lei molto vicina al governo Netanyahu". La goccia che ha fatto traboccare il vaso, forse, quanto accaduto lo scorso maggio, riportato sui social da Leonardo Coen: "Possibile che Scalfari non se ne renda conto? Gliel’avranno riferito che recentemente il direttore Molinari ha chiesto a Bernardo Valli di modificare qualcosa nel suo pezzo (sul Medio Oriente, ndr) e che l’anziano ma ancora baldanzoso Bernardo ha minacciato di dimettersi?".  Evidentemente la crisi non è più rientrata.