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Integrazione Intesa Sanpaolo Ubi, 2.500 assunzioni e 5.000 uscite volontarie. Uilca, Verga e Bilanzuoli: "Grande opportunità per il Paese"

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E’ stato firmato nella notte, dalla Uilca e dalle altre sigle sindacali, il protocollo per l’avvio dell’integrazione del Gruppo Ubi in Intesa Sanpaolo: è il primo step di questa importante operazione all’interno del sistema bancario che porterà il Gruppo Intesa Sanpaolo a consolidarsi e rafforzarsi e, al contempo, costituisce un maggior sostegno per l’economia del Paese.
“L’intesa raggiunta soddisfa le aspettative e le richieste del Sindacato di gestire le uscite su base esclusivamente volontaria e di ottenere assunzioni che tengano conto soprattutto delle esigenze della rete e dei territori”, così i Segretari nazionali Uilca Mariangela Verga e Giuseppe Bilanzuoli. “Rappresenta inoltre una grande opportunità per il Paese, soprattutto in questo periodo di crisi occupazionale accentuato e reso più duro dalla pandemia che stiamo attraversando. Adesso aspettiamo di affrontare le ulteriori fasi dell’integrazione che monitoreremo con attenzione e costanza.”
Questi i punti principali del protocollo siglato:
uscita esclusivamente su base volontaria per 5.000 lavoratrici e lavoratori con possibilità di accedere al pensionamento diretto o al Fondo di Solidarietà di settore; 
parallelamente, previste nuove assunzioni di 2.500 giovani con focus sulla rete e sulle zone svantaggiate del Paese e, in linea con le previsioni del CCNL, con attenzione alle persone che attualmente usufruiscono del Fondo Emergenziale di settore; 
priorità all’uscita per le lavoratrici e i lavoratori in condizioni di disabilità o invalidità; 
mantenimento dell’assistenza sanitaria integrativa e liquidazione della contribuzione previdenziale per gli anni di permanenza al Fondo di Solidarietà per coloro che vi accederanno.
L’accordo, spiegano Verga e Bilanzuoli, “conferma il buon livello delle relazioni industriali con il Gruppo Intesa Sanpaolo che, da sempre, ha consentito di raggiungere intese nell’interesse delle lavoratrici e dei lavoratori, dell’azienda e del Paese ed è un’ulteriore testimonianza del valore del Fondo di Solidarietà quale strumento indispensabile per la gestione delle ricadute occupazionali.”

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