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Catasto, la sorpresa "nascosta" nel testo: stangata sulla casa, chi rischia (e quando)

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Un compromesso sul catasto, alla fine, si è trovato. Le trattative tra governo e centrodestra però nasconderebbero un retroscena. Pare, infatti, che i più vicini al premier Mario Draghi, come il capo di gabinetto della presidenza del consiglio Antonio Funiciello e il consigliere economico Francesco Giavazzi, abbiano insistito per inserire una clausola nel testo finale. Di cosa si tratta? Come riporta il Tempo, sarebbe stata fortemente voluta la "previsione dell’accostamento accanto alla rendita catastale di un altro valore, calcolato secondo i criteri del decreto 138 del 1998".

 

 

 

Il decreto 138, in particolare, consente ai Comuni di procedere alla riassegnazione della rendita catastale - quindi del valore dell’immobile ai fini della tassazione - sulla base del mercato. I dati di riferimento dovrebbero essere i valori Omi, cioè quelli dell’Osservatorio del mercato immobiliare, in pratica la banca dati dell’Agenzia delle Entrate. In questo modo i Comuni riusciranno a stanare chi per esempio continua a pagare tasse, legate a valori patrimoniali molto bassi, non tenendo conto delle evoluzioni del mercato. In realtà, come spiega il quotidiano romano, gli strumenti previsti dal decreto del 1998 sono già operativi. Oggi però il punto fondamentale è rappresentato dall'articolo 5 del decreto, che assegna ai sindaci il potere di rideterminare i valori immobiliari.

 

 

 

L'intesa trovata in seno all'esecutivo certamente porta benefici a tutte le parti coinvolte: il centrodestra sventa nuove tasse e Draghi porta all’Unione europea un buon risultato sulla base delle richieste avanzate da Bruxelles. Il problema, però, è che l'accordo non lascia tranquillo nessuno. "Dal 2026 (quando partirà definitivamente la riforma del catasto) ogni sindaco potrà assegnare ai propri uffici del territorio una missione semplicissima - scrive il Tempo - incrociare, per ogni unità immobiliare presente nel suo territorio, i due valori assegnati: la rendita catastale al valore storico e quella rielaborata tenendo contro delle quotazioni di mercato". Cosa significa questo? Che in caso di valori molto diversi, il sindaco potrà imporre l’innalzamento dei valori catastali al proprietario, prima con una richiesta di adesione spontanea, poi con un atto amministrativo.

 

 

 

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