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Multe, il Pd ci svuota le tasche: come funziona il "bancomat" del Comune

di Enrico Paoli lunedì 15 agosto 2022

3' di lettura

L'operazione trasparenza sulle multe, portata in porto dal deputato di Forza Italia, Simone Baldelli, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulla tutela dei consumatori e degli utenti, per i milanesi rappresenta solo una triste conferma. Spulciando i dati relativi alle principali città italiane, salta fuori come nel 2021 Palazzo Marino abbia incassato dalle sanzioni al Codice della strada qualcosa come 102,6 milioni di euro, di cui quasi 13 milioni solo grazie all'autovelox. A seguire Roma, con 94,1 milioni di introiti (4,6 milioni quelli legati all'autovelox) e Torino (41,5 milioni di cui 5 milioni con autovelox). Insomma, un vero e proprio bancomat. Ma se 102 milioni di euro vi sembran tanti, mettevi comodi: la previsione per l'anno in corso, contenuta nel bilancio della giunta Sala, ammonta a 232 milioni di euro, contro i 139 del consuntivo 2021. Insomma, pur facendo la guerra alle auto private, togliendo parcheggi e aumentando le zone a traffico limitato, l'amministrazione comunale continua a campare sulle multe. Se non è un'evidente contraddizione in termini gli assomiglia molto.
«Nessuna sorpresa visto che la voce multe corrisponde a una bella fetta del bilancio», sostiene Alessandro De Chirico, capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale, «e la situazione non può che peggiorare visto che ad ottobre ci sarà un'ulteriore stretta. E meno male che fanno i regolamenti ma nessuno controlla. Penso al divieto di fumo all'aperto, all'obbligo di raccogliere la cacca dei cani, al divieto di sparare coriandoli per le feste di laurea, il divieto di sparare botti fuori dallo stadio e a Capodanno», rimarca l'azzurro, «purtroppo zero controlli per i trasgressori dei tavolini selvaggi: lì si farebbero contenti i residenti e allo stesso tempo le casse comunali». E anche le contraddizioni non sono poche.


«Se il bilancio del Comune deve essere risolto con le tasche dei cittadini», evidenzia Riccardo Truppo, capogruppo di Fratelli d'Italia in Consiglio comunale, «per equità dovremmo colpire con egual attenzione anche i comportamenti scorretti, che sono tanti, di chi usa le bici e imonopattini, e che al momento sono pressoché impuniti». Pallottoliere alla mano l'esponente meloniano ha stimato qualcosa come «205 multe all'ora», considerando le 8 ore lavorative della Polizia locale, solo per la sosta. Ovvero, «10 multe al minuto, tenendo conto che servono 5 minuti per elevare una sanzione». «Se consideriamo poi che le auto da sanzionare non sono tutte parcheggiate di fila, ma vanno "cercate"», sottolinea Truppo, «e diciamo che la ricerca dell'auto in divieto può impiegare un 15 minuti, i dati peggioranoo: diventano 41 multe al minuto». Dai dati in mano al capogruppo di FdI si evicence come la sosta, più di altre infrazioni, sia la regina dei verbali. «Ogni minuto ci sono 41 agenti che stanno compilando un verbale per sosta», dice Truppo, «che impiegherà circa 20 minuti complessivi tra ricerca dell'auto e elevazione della sanzione». No, in effetti Milano non è una città per automobilisti.


«Come tassa occulta siamo messi bene», chiosa l'esponente di FdI, «con 100 euro a testa è un bel salasso». «Più volte abbiamo denunciato questa distorsione, avendo trasformato le multe in una tassa occulta», afferma Alessandro Verri, capogruppo della Lega in Consiglio comunale, «mettendo le mani nelle tasche dei milanesi. Il problema è che non vediamo la stessa rigidità nel sanzionare gli automobilisti con chi salta il tornello della metro o viaggia gratis sui mezzi pubblici. Sarebbe auspicbile la stessa attenzione». «Roma che ha più del doppio degli abitanti di Milano ha fatto meno multe del capoluogo lombardo». chiosa l'assessore regionale alla Sicurezza, Riccardo De Corato, «e qual è il motivo? La lotta senza quartiere agli automobilisti ingaggiata dal sindaco Sala che, dietro la scusa della svolta green, ha introdotto una tassa occulta per tutti gli automobilisti milanesi». E mica solo loro, ormai. enrico.paoli@liberoquotidiano.it 

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