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Bollette, senza un accordo Ue sarà emergenza infinita: la frustata di Formigoni

Ursula von der Leyen

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 È inutile girarci intorno, il problema che più preoccupa gli italiani in queste settimane è il costo delle bollette di luce e gas, aumentate spaventosamente a causa della chiusura dei gasdotti provenienti dalla Russia.

 

Alle famiglie stanno arrivando conti da pagare che sono più del doppio di quelli precedenti, alle aziende va ancora peggio, si arriva al triplo e al quadruplo. Alcune aziende ed esercizi commerciali hanno sospeso la loro attività (col rischio di non riprenderla più), altri sono sulla stessa strada, molte famiglie non ce la fanno letteralmente a far fronte a un simile "tsunami" sulla loro contabilità. Finora i paesi europei hanno risposto in ordine sparso, il governo italiano ha dato aiuti per miliardi, ma è evidente che occorre un'azione comune europea, simile a quella che ha permesso di far fronte e poi sconfiggere la pandemia del Covid. Ma come per il Covid, anche per il gas alcuni paesi insistono a non capire e a tentare vie solitarie, prima di tutti la Germania che, profittando dello stato ottimo delle sue finanze ha stanziato 200 miliardi per le proprie politiche, senza capire che occorre una battaglia comune per far scendere il prezzo del gas o saremo tutti portati al fallimento. Infatti ciò che occorre è da una parte garantire l'approvvigionamento del gas per tutto l'inverno e per gli anni a venire, coinvolgendo altri paesi fornitori (come ha fatto l'Italia con l'Algeria), dall'altra battere la speculazione di operatori senza scrupoli che fanno volare sistematicamente i prezzi verso l'alto.

 

Va reso onore al governo italiano di Draghi e del ministro Cingolani, che hanno indicato una possibile soluzione e da un anno insistono con i partner europei per fissare un price cap, un prezzo massimo per l'acquisto di gas valido per tutti i paesi europei e per tutti i fornitori. La proposta è appoggiata da almeno 15 paesi, la maggioranza dei 27 dell'UE, ma trova ancora le resistenze di Germania, come detto, e di Olanda, che sui prezzi alti del gas ci guadagna perché la borsa delle quotazioni è fissata ad Amsterdam. La battaglia da fare è ancora dura ma giovedì scorso, per la prima volta, la Commissione europea, per bocca della presidente Ursula von der Leyen, dopo aver assecondato per mesi le resistenze dei paesi contrari ed egoisti, ha ammesso che «bisogna avanzare verso una definizione di misure efficaci valide e cogenti per tutti». La data per il possibile accordo è il 20 e 21 ottobre a Bruxelles: se Draghi ce la farà, sarà la sua ultima vittoria per l'Italia. Altrimenti spetterà alla nuova Presidente vincere a tutti costi, perchè questa è una battaglia che non si può perdere, ne va del nostro futuro.

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