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Bollette, contratti truccati: quali sono i colossi accusati di truffa

Michele Zaccardi
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Doveva servire a tutelare famiglie e imprese, ma facendo ricadere tutto il peso dei rincari energetici sui rivenditori finali. E ieri ha fatto scattare un'indagine dell'Antitrust nei confronti di alcune aziende fornitrici di luce e gas, che avrebbero cercato di eluderlo. Si tratta dell'articolo 3 del Decreto Aiuti Bis del 9 agosto che vieta alle società di modificare unilateralmente le tariffe delle bollette fino al 30 aprile del 2022. Alcune aziende, piegate dai prezzi dell'energia, avrebbero chiuso i contratti. Altre, invece, li avrebbero cambiati per evitare di finire gambe all'aria.


Nello specifico, l'Autorità garante della Concorrenza ha avviato quattro procedimenti istruttori, nei confronti di Iren, Iberdrola, E.ON e Dolomiti, colpevoli, secondo l'accusa, di non aver ottemperato alla norma. Nelle prossime settimane verranno sentite le imprese, che potranno presentare le proprie giustificazioni. Dopodiché l'Antitrust valuterà se procedere con i provvedimenti cautelari.

 

 


RISOLUZIONE DEL CONTRATTO
Entrando nel dettaglio, a Iberdrola e ad E.ON viene contestata la comunicazione con cui le due società avevano messo i clienti di fronte a un bivio: risoluzione del contratto «per eccessiva onerosità sopravvenuta» oppure modifica a «condizioni economiche significativamente peggiori». Per Dolomiti l'accusa è diversa. La società, infatti, aveva modificato i contratti con avvisi inviati ai propri clienti prima del 10 agosto, giorno dell'entrata in vigore del Decreto Aiuti bis. L'art 3 del Decreto, invece, oltre a impedire le modifiche unilaterali dei contratti, rende inefficaci i preavvisi di variazione mandati prima di quella data. Sono validi pertanto solo quei ritocchi che siano stati effettivamente applicati entro il 10 agosto. Insomma, non basta una lettera (o mail) per cambiare i contratti.

 

 

A Iren, infine, viene contestato di aver comunicato, insieme alla scadenza di tutte le offerte a prezzo fisso, anche le nuove, e più onerose, condizioni contrattuali, con l'alternativa per il cliente di recedere dalla fornitura. Nei confronti di Iberdrola e Dolomiti c'è un ulteriore addebito relativo a comunicazioni ritenute «ingannevoli». Nonostante nei messaggi promozionali le due società affermino di usare soltanto fonti rinnovabili, negli avvisi spediti ai clienti avrebbero giustificato l'impossibilità di fornire energia elettrica alle tariffe stabilite nei contratti sulla base dell'aumento dei prezzi del gas naturale.


MODIFICHE UNILATERALI
Inoltre, l'Antitrust ha inviato richieste di informazioni ad altre 25 società. In particolare, l'autorità vuole ottenere copia di comunicazioni relative a modifiche unilaterali dei contratti, mandate ai clienti a partire dal primo maggio 2022, e avvisi di aggiornamenti o sostituzioni applicati dopo il 10 agosto. Lo scopo è valutare se siano in contrasto con la legge (e con i diritti dei consumatori). In una nota Iren ha scritto di essere «da subito a completa disposizione dell'Autorità per dimostrare come l'operato dell'azienda sia stato conforme alle norme vigenti ma soprattutto a tutela dei propri clienti in questo difficile periodo di forte aumento dei costi energetici». La società, inoltre, ricorda di «essersi immediatamente adeguata alle normative inserite nel Decreto Aiuti Bis» e di aver «proposto un adeguamento del prezzo ai soli clienti in scadenza delle condizioni contrattuali, lasciando il termine usuale di 90 giorni di tempo per accettare o meno le modifiche».

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