cavallo di battaglia

Pensioni, "quota flessibile": Meloni, il piano che stravolge la previdenza

Uno dei cavalli di battaglia del centrodestra in campagna elettorale sono state le pensioni. Come si muoverà il governo Meloni su questo fronte? Una delle ipotesi sul tavolo è la cosiddetta "Quota flessibile". Si tratta della proposta della neoministra del Lavoro Marina Calderone per superare la legge Fornero, a cui si potrebbe tornare a gennaio in mancanza di nuove riforme. Un'eventualità che il nuovo esecutivo vorrebbe evitare a tutti i costi. La proposta prevede l'uscita dal lavoro dopo i 60 anni con 35 di contributi.

 

 

 

Se da una parte l'età pensionabile dovrebbe andare tra i 61 e i 66 anni, il requisito di contibuti minimo dovrebbe invece essere rigido e pari a 35 anni. L'idea della Calderone di anticipare la pensione per una parte dei lavoratori sessantenni, così da favorire le assunzioni dei giovani, è stata messa a punto pochi mesi fa dalla Fondazione dei consulenti del lavoro. "Quota flessibile" consentirebbe l'uscita anticipata di circa 470 mila lavoratori. La considerazione di fondo è che la riforma Fornero - secondo lo studio dei consulenti - avrebbe "rallentato il ricambio generazionale". I lavoratori tra 61 e 66 anni - come si legge su Repubblica - sarebbero "1 milione e 462 mila, il 6,4% del totale. La parte più numerosa si concentra tra 61 e 62 anni, quasi la metà dell'intera platea".

 

 

 

"La nuova Quota dovrebbe essere attivabile non solo ad età più avanzate", come i 64 anni di Quota 102. Ma anche prima, ricordando che "fra 61 e 62 anni ci sono quasi la metà dei lavoratori ultrasessantenni". Dunque i consulenti si fanno una domanda: perché chi ha 62 anni e 38 di contributi va bene per Quota 100 e chi ha 61 anni e 39 di contributi no? La proposta, però, porterebbe con sé un taglio dell'assegno, necessario a rendere la proposta sostenibile per i conti pubblici.