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Btp e spread? Toh, l'Italia non spaventa più i mercati: sinistra... muta

Sandro Iacometti
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Christine Lagarde ce l’ha messa tutta anche ieri. «Se l'elevata inflazione minaccia di radicarsi, dobbiamo alzare in modo deciso i nostri tassi di riferimento e adottare una posizione restrittiva», ha dichiarato la presidente della Bce nel corso dell’European Banking Congress, aggiungendo anche che bisogna «normalizzare gli altri strumenti di politica monetaria». Per questo a dicembre l’Eurotower illustrerà «i principi chiavi per ridurre le partecipazioni in bond del portafoglio». In altre parole, inizia il Quantitative Tightening, la stretta sugli acquisti dei titoli di Stato. Le parole della Lagarde hanno fatto subito tornare il rendimento dei Btp sopra la soglia del 4%, dopo due giorni di flessione.

 

 

Ma fortunatamente è durato poco. A fine seduta l’asticella segnava un rassicurante 3,87%, con lo spread sceso addirittura a 187 punti, ai minimi da inizio luglio. Molti si aspettavano che la destra al governo avrebbe scatenato un finimondo sui mercati, attacchi speculativi sui titoli di Stato, listini a gambe all’aria,fugadegliinvestitori.Beh, ecco il primo bilancio: il differenziale tra bund e Btp dal 25 settembre è sceso di 71 punti base, Piazza Affari ha guadagnato il 13%. Risultati ottenuti malgrado la battaglia contro l’inflazione ingaggiata dalla Bce (che si è pure persa per strada l’annunciato scudo antispread) a colpi di rialzi forsennati dei tassi. Ma ancora più determinante è stato il segnale di fiducia arrivato dai piccoli risparmiatori, che nei giorni scorsi hanno preso d’assalto il Btp Italia.

Con una raccolta complessiva che sfiora i 12 miliardi, la diciottesima edizione del bond indicizzato all’inflazione, è stata sottoscritta per ben 7,28 miliardi da 255.753 investitori retail, che per il 67% hanno acquistato ordini inferiori a 20mila euro. Si tratta del valore più alto in assoluto dopo l’emissione recod del 2020, che era però destinata a finanziare le misure di contrasto al Covid e si inserisce in un contesto del tutto particolare. Il dato non è banale né scontato. Da una parte indica un sostanziale scetticismo sull’efficacia delle mosse della Lagarde per tenere sotto controllo i prezzi: se la Bce avesse successo e riportasse subito l’inflazione entro i parametri fissati (intorno al 2%)ilBtp Italia non sarebbe più conveniente di altri titoli di Stato non indicizzati e avrebbe poco senso investirci dei soldi.

 

 

 

Dall’altra rappresenta una doppia manifestazione di fiducia nei confronti dell’esecutivo. La prima riguarda la prudenza nella gestione dei conti pubblici e nel rapporto con Bruxelles,fattori che dovrebbero evitare gli attacchi degli speculatori sulle nostre obbligazioni pubbliche che manderebbero evidentemente in fumo anche i potenziali rendimenti del Btp Italia. La seconda è meno tecnica e più piscologica. Quando scatta il panico e il si salvi chi può solitamente i cittadini tengono i soldi sotto il materasso o nei conti correnti. Decidere di investire 7 miliardi in un prodotto legato a doppio filo alle performance dello Stato italiano significa pensare che il futuro non sarà così drammatico e che il governo sarà in grado di condurre la navigazione senza troppi scossoni.

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