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Casa, ecco tutti i bonus 2024 e 2025

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Ignazio Stagno
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Il Superbonus è stato una sciagura. Il ministro Giancarlo Giorgetti l’ha definito «devastante» per i conti pubblici. E così il governo è corso ai ripari con una stretta che sta cercando, a fatica, di mettere una toppa al buco lasciato da Conte. I recenti dati Istat sul settore edilizio indicano una tenuta del comparto nonostante la lagna grillina. Infatti si registra un aumento del +18,8% su base annua, con incremento prospettato, solamente per il mese di gennaio, del 3,7% rispetto a dicembre 2023. E secondo quanto si apprende da fonti di governo il sistema di incentivi all’edilizia privata risultante dopo gli interventi del governo è più generoso rispetto a quello preesistente al 110%. Gli incentivi edilizi - ci spiegano le stesse fonti- continuano ad esistere, ma sono state riviste le assurde regole precedenti rendendole economicamente sostenibili.

Il settore delle costruzioni- fanno sapere - sta beneficiando e beneficerà nei prossimi anni dell’importante leva del Pnrr che il governo ha riorganizzato e rimesso sui binari giusti e che costituisce una grande opportunità di sviluppo per il comparto edilizio. Ma l’edilizia guarda alle scadenze che incombono. Partiamo dagli incentivi che restano sul campo fino al 2025. Il bonus ristrutturazione con una aliquota al 36% e un massimale di spesa di 48mila euro per unità immobiliare è stato prorogato fino al 31 dicembre del prossimo anno. Anche l’Ecobonus è stato prorogato ma con una aliquota che passa dal 50-75% del 2024 al 36% del 2025. Il Sismabonus è ancora in partita fino a fine 2025. E sui bonus legati alle zone colpite da terremoti, è intervenuto il Commissario Straordinario “Sisma 2016” Guido Castelli: «La decisione del governo di escludere le limitazioni previste nel recente Decreto-legge 39 per i due crateri dell’Appennino centrale, è stata saggia e motivata. Al contempo siamo consapevoli che quello del 110%, unito al contributo sisma, resta un meccanismo farraginoso. Per questo, in vista del 2025 e per gli anni a seguire, l’auspicio è di realizzare un aumento del contributo parametrico che, di conseguenza, escluda il ricorso al 110%», ci spiega.

 

 

Sul fronte Superbonus va ricordato che nel 2025 ci sarà una agevolazione al 65% ma solo per condomini e proprietari di edifici da 2 a 4 unità immobiliari. Intanto alle porte c’è la nuova direttiva Ue varata dall’Europarlamento che fissa al 2030 “l’anno X” per la svolta green. L’Italia ha votato contro e il viceministro all'Ambiente, Vanna Gavia, commenta così la decisione di Strasburgo: «Il voto contrario è il voto di chi ritiene essenziale considerare soluzioni che bilancino gli obiettivi di sostenibilità ambientale con quelli di sostenibilità economica». E un punto di vista sul mattone che verrà ce lo dà l’architetto Tommaso Donatelli, imprenditore e procuratore speciale di Messulam, una delle imprese più attive nel mercato di Milano: «Il Superbonus è stata una grande presa in giro che ha messo il mercato in una bolla. Nei prossimi anni servirà mantenere il bonus al 50% con rientro in 10 anni per le ristrutturazioni ed escludere in modo categorico dagli incentivi tutte le seconde case. Questo permetterebbe di concentrare risorse sui condomini che è il dorso trainante di questo mercato». Poi la stoccata: «In tanti si sono improvvisati costruttori mandando chiunque, senza esperienza, a fare cappotti e facciate. Io lo dico, tra qualche anno queste strutture potrebbero essere a rischio dato che i professionisti del settore si sono tenuti lontani dal Superbonus su cui invece è piombata un’ondata di piccole imprese improvvisate, verrà giù tutto». E Donatelli offre anche lo spunto per nuove regole: «È necessario aggiungere l’obbligo, per chi accede a bonus incrementali, di affidarsi a professionisti e imprese in possesso di determinati requisiti da normare». Su cosa accadrà prova anche a fare il punto l’avvocato Giorgia Colombo, dello studio Dirittissimo e tra i massimi esperti di diritto immobiliare a Milano: «Per quanto riguarda la direttiva europea, serviranno ingenti risorse per raggiungere gli obiettivi previsti. Si tratta di un progetto molto ambizioso e il governo dovrà attuare una politica mirata di finanziamenti, non essendo pensabile che le risorse possano provenire solo dai privati». Il cantiere sul dopo-Superbonus è aperto.

 

 

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