Parlano le cifre

Stellantis fa peggio dei concorrenti: immatricolazioni e quote di mercato, cifre punitive

Andrea Valle

I nuovi numeri del mercato dell’auto testimoniano ancora le difficoltà di Stellantis: il gruppo guidato da John Elkann e Carlos Tavares ha immatricolato a marzo in Europa 228.740 auto, l’8,7% in meno dello stesso mese del 2023. La quota di mercato è in calo dal 17,6% al 16,5%, segnando un peggioramento dello 0,9%. In controtendenza i numeri dei primi tre mesi dell’anno, con le immatricolazioni del gruppo a quota 598.167 (+4,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso). All’inizio del 2024 resta praticamente invariata la quota di mercato al 17,6% (era 17,7%, con un lievissimo calo dello 0,1%). Intanto, restano le forte preoccupazioni per il futuro degli stabilimenti italiani del gruppo.

Ieri sul punto è intervenuto Rocco Palombella, segretario generale della Uilm: «Dopo la grande mobilitazione di Torino, che ha visto la partecipazione di oltre 12 mila persone, chiediamo all’amministratore delegato di Stellantis di fissare un incontro urgente per ricevere risposte concrete alle richieste che sono alla base della protesta». L’ultimo summit - svolto due giorni prima dello sciopero di Torino - secondo le delegazioni sindacali «ha alimentato ulteriori preoccupazioni nei lavoratori e nel Paese. La conferma è che nei siti produttivi nulla è cambiato, anzi la situazione peggiora di giorno in giorno. Aumentano le ore di cassa integrazione per le fermate produttive e continuano i tagli nelle aziende dell'appalto e della logistica». Dopo Melfi, aggiunge Palombella, «la situazione è drammatica anche a Cassino, dove i 225 lavoratori di cinque aziende rischiano di perdere il posto di lavoro. Dopo i tagli al personale in queste aziende, la situazione igienico-sanitaria nei siti è preoccupante. Condanniamo questa scelta di Stellantis e chiediamo di ripristinare un clima di normalità, richiamando a lavoro tutti i lavoratori interessati per garantire la salute e sicurezza».

 

 

Capitolo Junior. Alfa Romeo- dopo il cambio del nome dell’auto fabbricata in Polonia - ironizza sull’addio della denominazione “Milano”. Sui profili social di Alfa Romeo, e rilanciato sui propri dal ceo Jean-Philippe Imparato, è apparsa una scherzosa galleria di immagini che riporta il nome di Junior nel bel mezzo della Lombardia. Un modo per smorzare definitivamente le polemiche dopo le questioni col governo sulla vettura. «Pur ritenendo che il nome Milano rispetti tutte le prescrizioni di legge - aveva detto lo stesso Imparato annunciando il cambio in corsa - Alfa Romeo decide di cambiare il nome da Milano a Junior, nell'ottica di promuovere un clima di serenità e distensione». E il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che in precedenza aveva definito «illegale» la scelta del brand Stellantis di produrre in Polonia il nuovo modello con il nome Milano «perché viola la legge sull'Italian Sounding», si era detto soddisfatto della scelta. Quanto al deserto di Mirafiori, ieri è intervenuto il governatore del Piemonte Alberto Cirio: «C’è preoccupazione per il futuro e la necessità di lavorare insieme al governo perché Stellantis aumenti la produzione nel nostro Paese». Per Cirio, «abbiamo la necessità di far sì che gli incentivi, che oggi soltanto per un quinto vengono utilizzati per comprare un’auto italiana, vengano invece utilizzati in quantità maggiore». Il governatore ha insistito sulla necessità di «aumentare la produzione di auto in Italia, a incominciare da Stellantis». «La Regione è pronta a fare, come ha già fatto, la sua parte proprio perché Stellantis rimane per noi, per il Piemonte, per Torino, un riferimento imprescindibile»