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Fisco, la nuova scadenza delle cartelle: cambia tutto, chi non deve pagare

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Elisa Calessi
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La montagna dei debiti contratti dai contribuenti con l’Erario e non riscossi è gigantesca: più di 1200 miliardi. Dunque, o vengono riscossi in tempi certi o scatta il “discarico automatico”. È questo il cuore del decreto attuativo approvato ieri in Consiglio dei ministri. Se dopo 5 anni l’Agenzia delle Entrate-riscossione non è stata capace di riscuotere i soldi, la cartella ritorna all’ente impositore che a quel punto dovrà occuparsene da solo o affidando la pratica a soggetti privati.

Per quanto riguarda l’arretrato, ci sarà una “operazione verità”: l’istituzione di una commissione che «procede all’analisi del magazzino» e poi relaziona al ministro dell’Economia periodicamente, proponendogli le possibili soluzioni con precise scadenze. Altra novità per il contribuente è l’allungamento delle rate per saldare i debiti con il fisco: ora sono al massimo 72. Si potrà passare a 84 e, nei prossimi anni, fino a 120 rate. Sono le novità contenute nel decimo decreto attuativo della riforma tributaria, approvato ieri dal Consiglio dei ministri, insieme a una serie di altri provvedimenti (un decreto sulle misure carcerarie, un altro sulla semplificazione dei controlli alle imprese).


È stato il viceministro Maurizio Leo a spiegare, in conferenza stampa, le novità del decreto attuativo della riforma tributaria. L’obiettivo, ha spiegato, è snellire l'enorme cumulo di debiti fiscali, arrivato alla cifra di 1.207 miliardi. Due le misure: l’allungamento dei tempi per saldare i debiti con il fisco, con il passaggio dalle attuali 72 ad un massimo di 120 rate mensili in 10 anni, e il “discarico automatico” delle cartelle non riscosse entro 5 anni. Per i carichi che saranno affidati nel 2025, il discarico automatico opererà al 31 dicembre 2030, per quelli che saranno affidati nel 2026 opererà al 31 dicembre 2031.


A quel punto l’ente creditore potrà cercare di incassarli per conto suo oppure cartolarizzando il credito. Per l’arretrato, invece, nasce una commissione che «procede all’analisi del magazzino» e propone un piano per riscuoterli. Quanto all’allungamento delle rate per saldare i debiti con il fisco, il prossimo anno e nel 2026, per i debiti fino a 120mila euro, si potrà fare un piano di 84 rate mensili. Nel 2027 e 2028 si passerà a 96 rate, mentre dal 2029 le rate saliranno a 108. A partire dal 2031 poi, «a semplice richiesta», si potrà arrivare a 120 rate mensili. Novità, poi, per le imprese. Con il via libero definitivo al decreto legislativo in attuazione della legge annuale per la concorrenza, si semplificano i controlli sulle attività economiche. L’ottica, ha spiegato il ministro Paolo Zangrillo, è quella di una «maggiore collaborazione». Le imprese più virtuose riceveranno un bollino di basso rischio. Non si potrà procedere in contemporanea a ispezioni diverse sulla stessa impresa e chi risulta in regola dopo un controllo, per 10 mesi non subirà più verifiche sullo stesso oggetto. «Dalla logica sanzionatoria si passa alla prevenzione degli illeciti sulla base di una fiducia reciproca che incentiva i comportamenti virtuosi in un’ottica di premialità», ha spiegato il ministro Zangrillo.


Altre misure approvate dal Consiglio dei ministri riguardano le carceri.Viene aumentato il personale della polizia penitenziaria, vengono assunti altri dirigenti penitenziari, vicecommissari e viceispettori. Ma il cuore del provvedimento è il tentativo di favorire misure di liberazione anticipata e alternative al carcere. «È una specie di patto che si fa con il detenuto», ha spiegato il ministro Carlo Nordio. «Viene messo subito al corrente di quali sono gli sconti che gli vengono fatti se si comporta bene». In particolare, si favorisce l’ingresso in comunità per tossicodipendenti, minori e detenuti con problemi psichici. Nordio ha poi parlato del problema dei detenuti stranieri che potrebbero essere rimpatriati. Al momento sono all’incirca 20mila, di cui tra i 5 e i 10mila potrebbero eseguire la pena nel Paese da cui provengono. Se anche solo 10mila venissero trasferiti nel loro Paese, ha osservato Nordio, si risolverebbe il problema del sovraffollamento delle carceri italiane.

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