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Stellantis, tracollo in un trimestre: le cifre, John Elkann cola a picco

John Elkann

Attilio Barbieri
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Altro che un milione di auto all’anno. La produzione degli stabilimenti italiani di Stellantis è in forte calo nel primo semestre del 2024, dopo tre anni di crescita. I numeri sono impietosi e a comunicarli è la Fim Cisl: da gennaio a giugno la produzione si è fermata a 303.510 veicoli, il 25,2% in meno rispetto al primo semestre dello scorso anno. Ma il dato complessivo non la dice tutta. La geografia produttiva dell’ex impero Agnelli è a dir poco preoccupante. È in rosso il bilancio di tutti gli stabilimenti tranne Pomigliano e Atessa, dove comunque rallenta la crescita. Secondo la Fim «si prospetta una produzione a fine anno poco sopra i 500mila veicoli».

«I dati della produzione nei primi sei mesi del 2024 segnano un'inversione di tendenza negativa rispetto al semestre dell'anno precedente, con una quantità tra autovetture e furgoni commerciali di 303.410 unità contro le 405.870 del 2023», ha spiegato ieri a Torino il segretario generale della Fim Ferdinando Uliano. Ma mentre i veicoli commerciali nei sei mesi sono cresciuti del 2% a quota 186.510 consegne, «la produzione di autovetture segna un -35,9%, pari a 186.510» pezzi aggiunge il numero uno delle tute blu Cisl. «Negli stabilimenti di produzione delle auto», aggiunge Uliano, «abbiamo riscontrato una situazione particolarmente negativa e una tendenza al peggioramento rispetto alla flessione del -23,8% riscontrata nel primo trimestre.

 

Fa eccezione Pomigliano d’Arco che rappresenta più della metà della produzione totale, dove c’è stata una crescita del 3,5% sul primo semestre 2023, che comunque subisce un forte rallentamento negli ultimi tre mesi».Insomma, il barometro produttivo nella provincia italiana del gruppo guidato da John Elkann e Carlos Tavares volge al peggio. A Torino il calo raggiunge il 63%, a Cassino è del 38,7%. Ma è Melfi a destare maggiore preoccupazione. L’ex fiore all’occhiello della Fiat targata Marchionne ha registrato nel semestre un calo produttivo del 57,6% fermandosi ad appena 47mila vetture, ben 63.800 in meno rispetto al primo semestre 2023. Non a caso, segnala sempre la Fim, nei primi tre mesi dell’anno, a Melfi «gli stop produttivi sono stati complessivamente di 28 giorni, saliti nel secondo semestre a 37 giornate. «In tutto 65 giornate di chiusura gestite con il contratto di solidarietà». E dal 2021 ad oggi le tute blu nello stabilimento potentino sono 1.700 in meno. 

I numeri hanno provocato la inevitabile reazione del ministro delle Imprese Adolfo Urso: «Qualora la produzione non dovesse aumentare, gli incentivi saranno diretti diversamente», ha puntualizzato, così da «sostenere gli investimenti produttivi della filiera dell’automotive del nostro Paese». Non si è fatta attendere la replica dell’azienda che si è detta «consapevole dell’impatto che l’andamento del mercato italiano e più in generale europeo sta avendo sulla produzione nazionale, con particolare riferimento ai veicoli elettrici e, nel caso di Mirafiori, alla 500e». «Abbiamo l’ambizione condivisa con il governo italiano», prosegue la nota, «di raggiungere un milione di veicoli prodotti in Italia entro il 2030 ma c’è la necessità di superare le incertezze dell'elettrificazione e di una maggiore stabilità della domanda: su questo Stellantis è sempre disponibile ad un confronto con tutte le parti coinvolte nell’interesse dell’azienda, dei suoi lavoratori e del territorio». Purtroppo i dati indicano che la direzione di marcia è un’altra.

 

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