A Parigi la firma del protocollo Ocse contro l'evasione fiscale

Roberto Amaglio

Finalmente la cooperazione a livello europeo anche a livello di regole e controlli. I Paesi Ocse e del Consiglio d'Europa, infatti, firmeranno venerdì a Parigi il protocollo sulla mutua assistenza amministrativa in campo fiscale, un documento in cui si deduce come nessuno di essi potrà più opporre nè il segreto bancario nè l'interesse nazionale a una richiesta di informazioni fiscali. Insomma un ribaltone che va nella direzione da tutti auspicata: se ci deve essere l'Unione Europea, siano europee anche le normative basilari che regolano i Paesi membri. Nel dettaglio, l'articolo 4 prevede la possibilità di realizzare controlli fiscali simultanei a livello multilaterale, con gli agenti delle Finanze che potranno operare anche all'estero. Gli articoli 21 e 22, invece, permetteranno alla normativa europea del protocollo di avere la precedenza sulle leggi nazionali: in pratica la richiesta di informazioni dovranno essere messe a disposizione dell'autorità inquirente e, nel caso di infrazioni, queste potranno essere utilizzate come strumento d'accusa. Tali provvedimenti, inseriti tra i primi punti del G8 dell'Aquila e suggeriti dal G8 finanziario, sono già entrati in vigore in 14 Paesi dell'Ocse, essendo già stati firmati e ratificati. Tuttavia la firma di Parigi rappresenta un primo e simbolico passo ufficiale. "Si tratta di un passo che darà un grande slancio alla lotta per contrastare l'elusione e l'evasione fiscale, oltre ai paradisi fiscali che provocano danni rilevanti per tutte le nostre economie" ha affermato Silvio Berlusconi assumendo la presidenza dei lavori della Riunione ministeriale dell'Ocse. Il premier, infatti, ricorda i numeri dell'economia italiana. "Sono percentuali importanti, con il 22% dell'economia che non è dichiarata. Ciò significa che 120 miliardi di euro mancano nelle entrate fiscali".