Toh, i prezzi scendono e le Borse continuano a salire. L’apocalisse trumpiana può attendere ancora. L’inflazione statunitense, infatti, quella che secondo tutti avrebbe dovuto impennarsi per i dazi del tycoon, ha invece subito un rallentamento inatteso, toccando il livello più basso degli ultimi quattro anni. Secondo i dati pubblicati martedì dal Bureau of Labor Statistics, i prezzi al consumo sono aumentati solo dello 0,2% ad aprile, portando l’inflazione annuale al 2,3%, contro il 2,4% di marzo. Si tratta del tasso più contenuto dal febbraio 2021. Il dato ha sorpreso gli economisti, che si attendevano un incremento mensile dello 0,3% e un’inflazione annua stabile al 2,4%. Il calo, che arriva in un momento di forte incertezza economica, offre un momentaneo sollievo alla Federal Reserve e ai consumatori. Ma soprattutto smentisce tutte le profezie catastrofiche che non cessano di accompagnare l’amministrazione Trump.
A frenare l’impatto immediato dei dazi potrebbero essere stati diversi fattori: le tariffe più aggressive sono state sospese, molte aziende hanno anticipato gli acquisti per creare scorte prima dell’entrata in vigore delle tariffe, e parte dei costi è stata assorbita da produttori e rivenditori. Inoltre, mentre nei beni durevoli alcuni aumenti si sono visti, l’inflazione più debole nei servizi ha contribuito a mantenere sotto controllo l’indice complessivo. Goldman Sachs, in un commento a cura di Alexandra Wilson-Elizondo, sottolinea che la sorpresa positiva del dato inflazionistico non elimina ovviamente i rischi futuri. «Il 2,3% su base annua è probabilmente un sollievo per la Fed, ma ci aspettiamo che gli aggiustamenti di prezzo legati ai dazi emergano nei prossimi mesi», ha spiegato la manager, aggiungendo che il mix tra calo del prezzo del petrolio e indebolimento del dollaro rischia di neutralizzare gli effetti benefici attesi sull’inflazione.
Dazi, l'accordo tra Cina e Usa fa volare ancora le Borse
La Cina si piega, le Borse decollano. Molti si ostinano a ritenerlo un pazzoide destinato a lasciare il segno nella stor...Per ora, però, i numeri sono questi. E, cosa più importante, l’effetto positivo ricadrà direttamente sui consumatori. L’indice dei prezzi dei prodotti alimentari è infatti sceso dello 0,1% su base mensile, grazie anche a un crollo del 12,7% del prezzo delle uova, che riflette il recupero del settore dopo l’epidemia di influenza aviaria. Il prezzo medio di una dozzina di uova è sceso da 6,23 a 5,12 dollari, pur mantenendo un’inflazione annuale del 49,3%. La notizia è piaciuta anche alle Borse, che hanno proseguito la cavalcata scatenata dalla tregua Usa-Cina, completando il recupero degli scossoni di inizio aprile.
Anzi, l’S&P 500 (+0,98%), trainato dalle megacap tecnologiche, ha addirittura cancellato le perdite subite dall’inizio dell’anno. Vola il Nasdaq (+1,80%), con alcuni picchi significativi. Nvidia, grazie ad un +6,4%, è in linea per chiudere la seduta con una capitalizzazione di mercato superiore ai 3.000 miliardi di dollari perla prima volta dallo scorso 28 febbraio. Boeing (+3,1%) ha invece toccato i massimi a 52 settimane dopo che la Cina consentirà alle sue compagnie aeree di riprendere ad acquistare aerei dal produttore Usa e dopo un ordine per un massimo di 30 737 Max da parte dell’Arabia Saudita. Lievemente in frenata, invece, il Dow Jones (-0,32%), penalizzato dalla performance di UnitedHealth. Il colosso del settore sanitario ha lasciato sul terreno oltre il 15,8% dopo aver sospeso l’outlook per il 2025 ed aver annunciato la separazione con l’attuale ceo Andrew Witty.