Un doppio successo per il nostro Paese e anche per il governo Meloni. In un'Europa che arranca, l'Italia sorprende. Oggi è arrivata una doppia conferma che rafforza l'immagine di un Paese più solido di quanto molti, fino a poco tempo fa, erano disposti ad ammettere. Da una parte, la Commissione europea ha deciso di non richiedere nuove misure di correzione dei conti pubblici. Dall'altra, i dati dell'indice Pmi segnano un'accelerazione della crescita del settore privato che colloca l'Italia al vertice dell'eurozona. Una promozione, quella di Bruxelles, che arriva dopo un'analisi dettagliata dei piani di bilancio a medio termine. Tra i sei Paesi sotto osservazione - Italia, Francia, Ungheria, Malta, Polonia e Slovacchia - Roma figura tra quelli con una traiettoria della spesa pubblica ritenuta coerente con gli impegni assunti. La procedura per deficit eccessivo resta quindi "sospesa", a dimostrazione che, nonostante il debito e le difficoltà strutturali, l'Italia riesce a mantenere la barra dritta.
Tuttavia, Bruxelles non chiude gli occhi sui nodi strutturali del sistema Italia. Le raccomandazioni annuali mettono in fila i soliti problemi: scarsa efficacia della spesa pubblica, uso inefficiente dei fondi di coesione, e una competitività che resta zoppicante. Le sollecitazioni sono precise: un fisco più favorevole alla crescita, lotta all'evasione, revisione del catasto, maggiore qualità del lavoro, elettrificazione dell'economia e più investimenti in difesa e innovazione. Ma resta il fatto che il Paese ha preso la strada giusta. Infine va ricordato che lo spread tra Btp e Bund tedeschi chiude in flessione a 99 punti base, rispetto ai 100 dell'apertura. Il rendimento del titolo decennale italiano si attesta al 3,50%