Reperti archeologici svelati dai cantieri Fs

Grazie agli scavi per la linea Palermo-Messina è stato possibile portare alla luce l’area di Himera, colonia ellenica del 648 a.C.
di Luigi Meranomercoledì 11 giugno 2025
Reperti archeologici svelati dai cantieri Fs
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I cantieri ferroviari rivelano la storia. È quanto accaduto durante i lavori sulla linea Palermo-Messina, promossi dal Gruppo FS con Rete Ferroviaria Italiana e Italferr, che hanno riportato alla luce Himera, la più grande necropoli greca mai trovata sul suolo siciliano.

Il raddoppio ferroviario della tratta Fiumetorto-Ogliastrillo, parte del potenziamento della linea Palermo-Messina, ha rappresentato un’importante occasione di ricerca archeologica con il rinvenimento di una colonia greca fondata nel 648 a.C. da coloni greci, teatro di grandi eventi storici, tra cui le battaglie del 480 e del 409 a.C., destinate a segnare profondamente la storia della Sicilia antica. L'area archeologica di Himera, interessata dal nuovo tracciato ferroviario, ha restituito un patrimonio eccezionale, con il rinvenimento di oltre 9.500 tombe nella necropoli occidentale. Reperti funebri, caratterizzati da un'ampia varietà di sepolture e corredi, che rappresentano una fonte straordinaria per lo studio delle dinamiche sociali, economiche e demografiche della colonia greca. Il Gruppo FS attraverso l’adozione dell'archeologia preventiva ha assicurato che la realizzazione di nuove linee ferroviarie avvenga in modo sostenibile, senza compromettere la ricchezza storica dei territori attraversati.

La mostra “Himera dagli alti dirupi. Un viaggio nella necropoli svelata dal raddoppio ferroviario”, è stata inaugurata ieri nella stazione di Palermo Centrale, alla presenza del Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, dell’Assessore dei beni culturali e dell'identità siciliana Regione Sicilia, Francesco Paolo Scarpinato, dell’Assessore Urbanistica e pianificazione strategica territoriale e costiera Comune di Palermo, Maurizio Carta, del Presidente di RFI, Paola Firmi, dell’Amministratore Delegato di Italferr, Dario Lo Bosco, e del Direttore Investimenti di RFI, Lucio Menta.

Nata da un’idea Archeolog ETS, ente del Terzo settore del Gruppo FS, in collaborazione con il Parco di Himera, Solunto e Iato, la mostra permette di valorizzare uno dei più grandi scavi archeologici degli ultimi trent’anni in Italia. Fino al prossimo 10 novembre, nella Sala Reale e nella sala adiacente della stazione di Palermo Centrale, entrambe messe a disposizione gratuitamente da GS Retail, sarà possibile visionare una selezione degli oltre 20.000 reperti archeologici portati alla luce dalla necropoli e consegnati alla Soprintendenza Beni Culturali e Ambientali di Palermo. Esposti nella mostra i reperti venuti alla luce durante la campagna di scavi avviata nel 2008 da Rete Ferroviaria Italiana e conclusa a fine 2010, a cui è seguita una lunga attività scientifica di catalogazione e restauro dei reperti della necropoli.

Durante gli scavi sono state rinvenute oltre 10.000 sepolture, con risultati scientifici di enorme importanza per la conoscenza della sfera funeraria greca di età arcaica e classica. Il cantiere archeologico, interamente finanziato dal Gruppo FS e con la direzione scientifica della Soprintendenza Beni Culturali e Ambientali di Palermo, ha visto la partecipazione di una équipe composta da decine di archeologi, antropologi, disegnatori, restauratori, operai e tecnici topografi, tutti presenti sul campo consecutivamente per oltre due anni. È stato, così, possibile realizzare una completa documentazione dei reperti archeologici, avviare i restauri sul campo, catalogare tutti i reperti e realizzare un grande archivio di disegni e di foto in supporti digitali, che costituiscono oggi un’enorme fonte di dati per lo studio di una delle più estese necropoli della Grecia di età arcaico-classica.

Gli scavi legati alla realizzazione del raddoppio ferroviario della tratta Fiumetorto-Ogliastrillo hanno consentito di conciliare le esigenze di mobilità contemporanee con la scoperta di un patrimonio archeologico comune. Il progetto ha armonizzato l’esigenza infrastrutturale con la salvaguardia dei reperti presenti, prevedendo la rimozione del vecchio tracciato ferroviario, che interferiva con i resti della città antica, e l’adozione di soluzioni progettuali volte a minimizzare l’impatto sulla necropoli. È stato restituito, così, alla cittadinanza un patrimonio culturale inedito, attraverso un connubio tra infrastrutture moderne e valorizzazione delle radici storiche.