I comitati no Bezos, gli anticapitalisti, i pauperisti, i vetero comunisti, i nostalgici della spesa proletaria, i nemici dello sterco del diavolo e tutto l’esercito degli invidiosi sociali che odia chi ha avuto successo nella vita e ha fatto palate di soldi dovranno davvero rimboccarsi le maniche. Certo, il tycoon di Amazon è stato plateale nella sua esibizione di sfarzo e lusso, ma in fondo è rimasto a Venezia una manciata di giorni. Il tempo di spendere qualche centinaio di milioni, di gonfiare i portafogli dell’indotto, di far incazzare tutti e ha tolto le tende. Pensate se i Bezos si moltiplicassero all’infinito e giungessero in Italia non per un fine settimana di festeggiamenti super esclusivi, ma per restarci. Fantascienza? Tutt’altro. È quello che sta per accadere. Secondo un’analisi riportata dal Corsera di Henley & Partners, società specializzata nella consulenza per i programmi di cittadinanza e residenza, l’Italia nel 2025 sarà la terza destinazione preferita dai milionari di tutto il mondo con 3.600 arrivi (con un patrimonio stimato di 21 miliardi di dollari) dopo Emirati Arabi Uniti (9.800) e Stati Uniti (7.500), ma prima della Svizzera (3.000). Intendiamoci, Bezos è miliardario, mentre qui parliamo di “semplici” milionari. Ma qualche zero non fa davvero la differenza.
Vuoi che il popolo degli indignati non faccia sentire la sua voce contro la scandalosa manovra dell’Italia per attirare qui un po’ di ricconi che vengono solo per sbatterci in faccia le loro montagne di quattrini e risparmiare un po’ di tasse? E qui sta il bello. Nel mondo, cosa incomprensibile ai “no Bezos”, si è scatenata una vera e propria caccia al magnate attraverso la promessa di sconti e agevolazioni fiscali. Non si tratta di una follia o di un bizzarro piano di sostituzione etnica basata sul censo. Più semplicemente tutti sanno che i Paperoni hanno il brutto vizio di voler vivere nel lusso più sfrenato, quindi si circondano di personale, di oggetti di lusso, di barche e aerei oversize, vivono in ville e castelli, fanno acquisti pazzi, spendono e spandono. In poche parole, creano un indotto strabiliante per molti nostri settori produttivi che danno da mangiare pure all’ultimo dei lavoratori che fatica ad arrivare alla fine del mese. Ed ecco perché tutti, anche i ceti più bassi, dovrebbero organizzare comitato di benvenuto invece che manifestazioni di protesta.
Ma in Italia il raziocino è merce rara. E di sicuro molti continueranno a pensare che questi privilegiati, arricchiti sicuramente attraverso l’inganno o la truffa, oppure ereditando i loro averi senza aver mosso un dito, invece di essere accolti a braccia aperte dovrebbero essere scorticati a colpi di balzelli. Fortunatamente, almeno per ora, la legge va in direzione contraria. Una norma del 2017, chiamata CR7 perché fu Cristiano Ronaldo uno dei primi a beneficiarne, ha introdotto una tassa piatta sui redditi di fonte estera di chi si trasferisce in Italia per la durata di 15 anni. A partire dal 2025, i neo-residenti pagheranno un’imposta fissa annuale di 200mila euro, raddoppiata rispetto alla previsione iniziale. Ma si tratta comunque di una condizione notevolmente vantaggiosa considerando che anche per i familiari di questi soggetti, che optano per lo stesso regime fiscale, la flat tax scende a 25 mila euro. Risultato? si stima che oggi 4.500 persone usufruiscano di questo regime fiscale. Circa la metà ha scelto Milano come residenza, altre mete sono Roma, Firenze e Como. Se consideriamo pure quelli in arrivo, i “no Bezos” dovranno sudare sette camicie.