Il rapporto debito-Pil degli Usa supererà quello dell'Italia prima del 2030 per la prima volta dall'inizio del XXI secolo. Questo è quanto certifica il Financial Times, citando un report del Fondo monetario internazionale che rivela come le politiche economiche interventiste adottate dal presidente Donald Trump potrebbero favorire il poco ambito sorpasso, portando il rapporto al 143,4%, in crescita di 20 punti percentuali. La tendenza sembra invertirsi: in uno scenario in cui Italia e Grecia sono state sotto i riflettori per oltre un decennio, ecco che a finire nel centro del mirino sono proprio gli Stati Uniti neo-protezionisti di The Donald.
Il rapporto debito-Pil americano continuerà a lievitare, come certificato dal Financial Times. Nonostante i recenti accordi tra Washington e Pechino che mettono momentaneamente un freno alla volontà americana di imporre nuovi dazi, una combinazione di spesa in deficit e shutdown in vigore dal 1°ottobre aggravano la situazione. Basti pensare alle ultime chiusure governative: 4 miliardi di dollari nel 2018-2019 e 2 miliardi nel 2013. Ma non è tutto. L'aumento del debito genererà un aumento dell'inflazione e sui tassi di interesse, disincentivando così la crescita e aumentando i costi dei sussidi per famiglie e imprese.
L'Italia, invece, ancora una volta conferma una buona politica economica. Il governo di Giorgia Meloni è recentemente tornato in "seria A", ottenendo la promozione del rating da parte dell'agenzia DBRS Morningstar, che ha alzato la valutazione del Paese da BBB (high) ad A (low). La stabilità del governo porta i suoi frutti: la riduzione delle vulnerabilità del settore bancario e il crescente risanamento dei conti pubblici sono mosse che segnano una netta controtendenza rispetto ai passati governi di sinistra. Anche per quanto riguarda l'outlook, è stata proprio Moody's a maggio a cambiare posizione da stabile a positivo, confermato anche da Fitch nell'ottobre 2024.