"La riforma della giustizia? Lieto che sia stata fatta, spero vada in porto dopo il referendum. D'altra parte quando ero premier anche io dissi a Scalfaro che c'erano dei problemi, tanto che lui mi rispose di sapere perfettamente che la giustizia andava riformata ma che io avevo un governo breve e non potevo affrontare un problema così grosso". Lo dice a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora, l'ex premier, più volte ministro e senatore, Lamberto Dini intervistato da Giorgio Lauro.
"Al referendum io voterò sì senza alcun dubbio", sottolinea. La vittoria del 'no' sarebbe una sconfitta del governo? "Se l'esecutivo perdesse nettamente potrebbe anche pensare alle dimissioni, altrimenti non dovrebbe farlo. Ma io penso che il 'si' possa vincere col 60% dei voti".
Altro tema che ha dettato l'agenda di questi ultimi giorni, e ancora più lo farà nelle prossime settimane, è quello della legge di bilancio. "Alla manovra economica do un voto molto alto, sette e mezzo o anche otto", sottolinea Dini smarcandosi così nettamente da chi, da Maurizio Landini alle opposizioni, sta condannando senza mezze misure le proposte del governo che dovranno ancora essere confermate (ed eventualmente modificate) dal Parlamento.
Secondo Dini la premier Giorgia Meloni "ha il pregio di tenere i conti in ordine". Dini non è una voce fuori dal coro. Anche il Financial Times, il quotidiano economico più prestigioso al mondo, ha pubblicamente elogiato il governo italiano in termini di stabilità e tenuta dei conti, invitando la stessa Unione europea a imitare Palazzo Chigi. Evidentemente nessuno alla Cgil, che ha già indetto un nuovo sciopero generale per il prossimo 12 dicembre (guarda caso, un venerdì...) contro la finanziaria, si è mai preso la briga di ascoltare chi non la pensa come loro.