Elettori traditi per la poltrona
Non sono trascorsi due anni da quando gli italiani hanno votato per rinnovare il Parlamento. Le ultime elezioni politiche infatti si svolsero il 24 e 25 febbraio del 2013. Eppure, nonostante il breve lasso di tempo, da allora ben 175 parlamentari hanno scelto di indossare una casacca diversa da quella che avevano messo il giorno in cui chiesero agli elettori di essere votati. In pratica quasi il 20 per cento degli onorevoli ha voltato le spalle al gruppo in cui era stato eletto, uno su cinque che presumibilmente lasciando il partito ha anche salutato il programma che aveva sottoscritto il giorno in cui aveva accettato la candidatura. Gli ultimi a dire addio al partito che li aveva messi in lista sono stati ovviamente i senatori di Scelta civica, i quali a due giorni dal congresso che avrebbe dovuto eleggere il nuovo segretario hanno preferito salire sul carro del vincitore, mollando l'ormai dimenticato Mario Monti per il più celebrato Matteo Renzi. Una scelta di cattivo gusto secondo Alberto Bombassei, imprenditore la cui azienda ha travalicato i confini nazionali e che due anni fa proprio da Monti si fece tentare candidandosi alle elezioni. Ma forse anche una scelta dettata dall'esigenza di conservare la poltrona, bisogno che certamente un partito un po' offuscato non era in grado di assicurare, al contrario di quello rampante del premier. Così, salvo l'ex rettore della Bocconi trasformato in senatore a vita da Giorgio Napolitano, tutti hanno scelto di indossare la maglietta del Pd al posto di quella di Sc, dando una straordinaria dimostrazione di trasformismo politico. Clicca e leggi l'editoriale integrale di Maurizio Belpietro