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Israele ricorda la Shoah

"In Iran il nuovo Hitler"

Albina Perri
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Suonano ancora le sirene, in Israele. E il Paese si ferma e sta zitto per due minuti, per ricordare i sei milioni di ebrei ammazzati dai nazisti. Le parole di  Ahmadinejad non si possono dimenticare, qui dove la storia ha già colpito tanto duro. «Israele è forte, e una seconda Shoah non avverrà », ha assicurato il premier Benyamin Netanyahu. Le consuete cerimonie del Yom ha-Shoah (la giornata dell' Olocausto) si svolgono dunque in un clima di particolare indignazione. Nelle scuole le lezioni odierne sono dedicate allo sterminio del popolo in ebraico in Europa, mentre alla Knesset (parlamento) saranno letti per diverse ore i nomi di ebrei uccisi dai nazisti. Da ieri nell'intero Paese viene osservato il lutto nazionale. In Israele la Giornata della Shoah viene celebrata otto giorni prima della Giornata dell'Indipendenza: un modo di sottolineare le vicissitudini del popolo ebraico nel secolo scorso, dal baratro delle persecuzioni alla vetta della conquistata libertà. Il nuovo Hitler - "Il mondo ha visto ieri il ritorno di Adolf Hitler, che questa volta ha la barba e si esprime in Farsi": ha affermato il presidente della Knesset (parlamento), Reuven Rivlin, un dirigente del Likud, durante una cerimonia. "Le sue parole sono le stesse, le aspirazioni sono le stesse, la determinazione di dotarsi dei mezzi per realizzarle è la stessa determinazione minacciosa". Rivlin ha anche biasimato la Svizzera per la accoglienza riservata ad Ahmadinejad "nel nome della neutralità ". Il presidente Shimon Peres ha ringraziato i Paesi che hanno deciso di boicottare la conferenza: "Le camere a gas sono sparite, ma i veleni rimangono".

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