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Cameron sfida l'Ue: quote immigrati e stop alla libertà di circolazione

Nicoletta Orlandi Posti
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Il primo ministro britannico, David Cameron, ha il terrore che il partito anti-Ue, lo Ukip di Nigel Farage, eroda sempre più consensi ai Conservatori alle prossime elezioni del 2015. Per questo Cameron intende superare a destra l'Ukip presentando un piano per limitare di fatto l'ingresso di cittadini Ue (nell'immaginario britannico «l'idraulico polacco»), violando il principio della «libertà di movimento» degli europei, come gli ha ricordato il presidente uscente dell'Ue, Manuel Barroso. Secondo quanto riferisce il Sunday Times, Cameron si appresta a presentare un piano per ridurre il numero 'immigrati' Ue con un escamotage: imporre una quota annuale massima al «National Insurance Number», l'equivalente del codice fiscale italico) concedibili alla 'bassa manovalanza' Ue. Il National Insurance è indispensabile sia adi dipendenti per poter lavorare nel Regno Unito, sia agli stessi datori di lavori, per pagare contributi previdenziali e sanitari al fisco. I Tory hanno appena sofferto due 'defezioni' importanti di parlamentari passati all'Ukip, che peraltro è riuscito per la prima volta ad far entrare ai Comuni un suo deputato, mancando il secondo bersaglio solo per 617 voti. «La libertà di movimento è un principio molto importante nel mercato interno ed il mio consiglio alla Gran Bretagna», ha ricordato Barroso a Cameron in un'intervista alla Bbc, «è di non porre neanche in dubbio quel principio». Ma Cameron gioca sul sicuro, visto l'euroscetticismo se non l'eurofobia dei suoi connazionali, puntando a raccogliere consensi (o a non perderli) sfruttando la minaccia a Bruxelles della cosidetta «Brexit». Sempre per non perdere voti, il premier ha promesso - ovviamente se vincerà le elezioni nel 2015 - un referendum sulla stessa permanenza dei Londra nell'Ue.

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