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Siria, Obama: ''Ancora nessuna decisione''. Londra: attacco possibile anche senza Onu

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Washington, 29 ago. (Adnkronos/Ign) - Gli Stati Uniti non hanno ancora preso una decisione su una possibile operazione militare in Siria, a seguito dell'attacco chimico della scorsa settimana. Lo ha detto il presidente americano Barack Obama alla televisione pubblica Pbs, precisando che "nessuno mette in dubbio che in Siria sono state utilizzate armi chimiche su larga scala". Le forze del governo di Bashar al-Assad, ha aggiunto, sono le uniche in grado di effettuare l'attacco. Obama ha poi precisato che non ha interesse ad avviare uno scontro aperto, ma "è necessario che ci siano conseguenze internazionali". Anche Londra e Berlino ritengono che, davanti a "un crimine contro l'umanità" come l'uso dei gas, una reazione internazionale sia "indispensabile". La Gran Bretagna di David Cameron però si spinge più in là e apre alla possibilità di un attacco anche in assenza di una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu che autorizzi esplicitamente l'uso della forza. Per il governo britannico, si legge in una nota, le condizioni per una azione "eccezionale" contro il regime siriano sono "chiaramente assolte", poiché vi sono prove convincenti di una grave crisi umanitaria su larga scala; non ci sono alternative praticabili all'uso della forza; il ricorso alla forza è proporzionato allo scopo e strettamente limitato nel tempo e nella portata. Una risposta dura internazionale ad Assad ci deve essere anche per il presidente del Consiglio Enrico Letta ma l'Italia, ribadisce "senza Onu non parteciperà" all'intervento. "Condanna ferma e irrevocabile dei crimini contro l'umanita' che sono stati commessi in Siria", ha detto Letta a 'Radio Anch'io', che "le evidenze che sono disponibili per adesso lasciano intendere che sono stati commessi dal regime di Assad. La comunità internazionale deve rispondere duramente, è evidente che la discussione" all'interno delle Nazioni Unite "non e' semplice per la posizione che tengono Russia e Cina", ma se "le Nazioni Unite non ci sono, l'Italia non partecipera'". Da Vienna, intanto, il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon fa sapere che gli ispettori inviati in Siria per indagare sugli attacchi chimici lasceranno il Paese sabato mattina. Davanti al possibile attacco il presidente siriano Bashar al-Assad promette battaglia. "E' uno scontro storico e ne usciremo vincitori", ha detto rivolgendosi ai suoi comandanti, secondo quanto riportato dal quotidiano libanese 'Al-Akhbar', vicino a Hezbollah. "Fin dall'inizio della crisi, siamo sempre stati sicuri che sarebbe arrivato il momento in cui il vero nemico avrebbe mostrato il suo volto intervenendo nel nostro Paese", ha affermato il presidente. "So che il vostro morale e' alto e che siete pronti a proteggere la patria da ogni aggressione". In attesa della decisione di Obama, Francia e Gran Bretagna hanno iniziato le loro manovre nel Mediterraneo. Da Tolone è partita la fregata antiaerea francese "Chevalier Paul", si legge su 'Le Point', che dovrebbe unirsi alla flotta internazionale schierata di fronte la costa siriana. Anche se il ministero della Difesa parla di "normali attivita'" per le forze francesi. La Gran Bretagna, invece, ha dispiegato sei caccia Typhoon ad Akrotiri, a Cipro, per proteggre le basi britanniche che si trovano lì. Ma anche qui il ministero della Difesa afferma che gli aerei non sono stati inviati per prendere parte ad un'azione militare contro la Siria, ma come "una misura precauzionale e prudente", "in un momento di accresciuta tensione in tutta la regione". Si muove anche la Russia che ha inviato due navi da guerra nel Mediterraneo orientale. Una fregata anti sottomarino della marina russa, ha riferito una fonte anonima dello stato maggiore del Paese all'agenzia di stampa russa Interfax, dovrebbe arrivare nella regione nei prossimi giorni. La nave dovrebbe essere affiancata dall'incrociatore Moskva, al momento nel Nord dell'Atlantico. "La ben nota situazione nel Mediterraneo orientale rende necessario che adattiamo le nostre forze", ha detto la fonte. Un altro incrociatore, il Varyag, dovrebbe arrivare nella regione in autunno per sostituire il cacciatorpediniere Admiral Panteleyev, al momento di base nel Mediterraneo.

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