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Autogol Nobel per la PaceNon lo danno a Malalae i talebani festeggiano

L'Accademia scandinava premia l'associazione contro le armi chimiche e non la ragazzina ferita perchè andava a scuola. Così vincono gli integralisti

Roberto Procaccini
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I talebani pakistani si complimentano per l'assegnazione del premio Nobel per la Pace all'Opac (Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche). Il comitato norvegese per il Nobel, che s'è beccato diverse critiche per una scelta che sembra dettata più da ragioni di opportunità politica che altro, trova inaspettata solidarietà nell'organizzazione Tehreek-e-Taliban Pakistan. Insomma, i sostenitori della shari'a, della lettura integralista del Corano, cugini dei tanto temuti talebani afghani (quelli di Osama Bin Laden, per essere chiari) si schierano pubblicamente a favore della scelta del Nobel. Da altri contestata, invece, perché suona quanto meno strano che il prestigioso premio venga assegnato all'Opac proprio ora che in Siria (dove l'organizzazione è impegnata) si è appena fatto grande ricorso alle armi chimiche. Cioè un Nobel alle intenzioni, che anticipa un effettivo successo sul campo dei vincitori. Questioni strategiche - Ma anche nell'inaspettato entusiasmo dei talebani ci sono ragioni politiche. Candidata al Nobel era Malala Yousafzai, adolescente pakistana sopravvissuta nell'autunno del 2012 ad un attentato ordito dai jihadisti del suo Paese. La soddisfazione del movimento Tehreek-e-Taliban Pakistan, espressa dal portavoce Shahidullah Shahid, viene proprio dall'esclusione della giovane Malala. "Non ha fatto niente per meritarlo - dice il portavoce -. Questo premio dovrebbe essere dato a un vero musulmano che lotta per l'Islam e Malala è contro l'Islam, è laica".

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