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Austria, Kurz fa chiudere sette moschee e caccia gli imam. Matteo Salvini: "Presto linee d'azione comuni"

Davide Locano
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Pugno durissimo in Austria contro l'islam. Il cancelliere Sebastian Kurz e il ministro degli Interni, Herbert Kickl, hanno comunicato la chiusura di sette moschee e l'imminente espulsione di alcuni imam. Nel dettaglio, i capi religiosi dell'associazione Atib sono accusati di finanziamenti illecito dall'estero e della violazione delle leggi austriache sull'islam. Infine, una cinquantina di imam della stessa Atib (Unione turco-islamica per la collaborazione culturale e sociale in Austria) rischiano di perdere i loro permessi di soggiorno. La chiusura delle moschee andrà a colpire quattro centri religiosi a Vienna, due in Alta Austria e uno in Carinzia. La serrata è stata disposta con decreto dell'ufficio della cancelleria competente per le questione religiose e non è appellabile. Kurz ha ribadito che "in Austria non c'è spazio per società parallele e radicalizzazioni". Il suo vice, Heinz-Christian Strache, ha aggiunto: "Non tolleriamo predicatori dell'odio che agiscono in nome della religione". Leggi anche: Salvini e immigrati, la brutale prima pagina de Il Tempo La notizia è stata subito commentata su Twitter da Matteo Salvini: "Credo nella libertà di culto, non nell'estremismo religioso - ha scritto il ministro dell'Interno in relazione alle vicende austriache -. Chi usa la propria fede per mettere a rischio la sicurezza di un Paese va allontanato! Spero già la prossima settimana di incontrare collega ministro austriaco per confrontarci su linee d'azione", conclude di fatto ribadendo l'intenzione di voler agire nello stesso modo in cui sta facendo l'Austria.

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