Nel mondo 68,5 milioni di persone in fuga
Ginevra, 19 giu. (AdnKronos/Dpa) - Nel 2017 il numero di persone costrette a fuggire nel mondo a causa di guerre, violenze e persecuzioniha raggiunto un nuovo record per il quinto anno consecutivo. A renderlo noto è l'UNHCR, l'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, nel rapporto annuale Global Trends, pubblicato oggi. A fine 2017 erano 68,5 milioni le persone costrette alla fuga. Di queste, solo nel corso dell'anno passato, 16,2 milioni di persone hanno abbandonato le proprie case per la prima volta o ripetutamente. Questo dato rappresenta un numero elevato di persone in fuga: 44.500 al giorno, ossia una persona ogni due secondi. A determinare tale situazione sono state in particolare la crisi nella Repubblica Democratica del Congo, la guerra in Sud Sudan e la fuga in Bangladesh di centinaia di migliaia di rifugiati rohingya provenienti dal Myanmar. I Paesi maggiormente colpiti sono per lo più i Paesi in via di sviluppo. Nel totale dei 68,5 milioni sono inclusi anche 25,4 milioni di rifugiati che hanno lasciato il proprio Paese a causa di guerre e persecuzioni, 2,9 milioni in più rispetto al 2016 e l'aumento maggiore registrato dall'UNHCR in un solo anno. Nel frattempo, i richiedenti asilo che al 31 dicembre 2017 erano ancora in attesa della decisione in merito alla loro richiesta di protezione sono aumentati da circa 300.000 a 3,1 milioni. Le persone sfollate all'interno del proprio Paese erano 40 milioni del numero totale, poco meno dei 40,3 milioni del 2016. In breve, il numero di persone costrette alla fuga nel mondo è quasi pari al numero di abitanti della Thailandia. Considerando tutte le nazioni nel mondo, una persona ogni 110 è costretta alla fuga. “Siamo a una svolta, dove il successo nella gestione degli esodi forzati a livello globale richiede un approccio nuovo e molto più complessivo, per evitare che Paesi e comunità vengano lasciati soli ad affrontare tutto questo”, ha dichiarato Filippo Grandi, alto commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati. “Ma abbiamo motivo di sperare. Quattordici Paesi stanno già sperimentando un nuovo piano di risposta alle crisi di rifugiati e in pochi mesi sarà pronto un nuovo Global Compact sui rifugiati e potrà essere adottato dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Oggi, alla vigilia della Giornata Mondiale del Rifugiato, il mio appello agli Stati membri è di sostenerci in questo. Nessuno diventa un rifugiato per scelta; ma noi tutti possiamo scegliere come aiutare”.