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Politkovskaia, caso riaperto

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Annullate le assoluzioni

Silvia Tironi
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Erano stati tutti assolti, in primo grado, i tre accusati di aver assassinato la giornalista AnnaPolitkovskaia. Ora però la Corte Suprema russa, secondo quanto riferito dall'agenzia Interfax, ha annullato la sentenza di assoluzione per itre e ha ordinato la riapertura del processo. La Corte ha così accolto il ricorso della procura, presentato dopo chelo scorso febbraio una corte militare integrata da giudici popolariaveva assolto all' unanimità i tre imputati dell'omicidio - tutticeceni - della giornalista. I tre imputati sono l'ex dirigente dellapolizia moscovita Serghei Khadzhikurbanov, accusato di esserel'organizzatore logistico del delitto, e dei fratelli Dzhabrail eIbragim Makhmudov, presunti 'pedinatori' della vittima (un terzofratello, Rustan, è ricercato all'estero come presunto killer).Khadzhikurbanov si trova in carcere perché arrestato poco dopol'assoluzione per una vicenda di estorsione, mentre non è noto dove sitrovino i due fratelli Makhmudov. Figlia didue diplomatici sovietici di nazionalità ucraina di stanza presso l'Onu, giornalistarussa molto conosciuta per il suo impegno sul fronte dei diritti umani, per isuoi reportage sugli orroridella guerra in Cecenia e gli abusi compiuti dalle truppe federali e per la suaopposizione al Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, la Politkovskaja èstata assassinata il 7 ottobre 2006 nell'ascensore del suo palazzo, mentrestava rincasando. Sul luogo del delitto, la polizia ha trovato una pistola equattro bossoli. Lagiornalista scriveva per il quotidiano dell'opposizione ‘Novaya Gazeta'. Nel settembre del2004, mentre si apprestava a recarsi a Beslan per seguire il sequestro e ilmassacro degli ostaggi nella scuola del capoluogo dell'Ossezia del Nord, erarimasta vittima di un misterioso avvelenamento, che lei stessa aveva attribuitoai servizi segreti russi. Alle vicende del conflitto ceceno si era appassionataalla fine degli anni '90, e non solo come cronista: nel dicembre del 1999 organizzòpersonalmente, sotto una pioggia di bombe, l'evacuazione dell'ospizio diGrozny, mettendo in salvo 89 anziani. Dimitri Muratov, suo direttore, dichiarò dichiarato che l'omicidio "sembravaessere una punizione per i suoi articoli". Politkovskaia aveva fra l'altrolavorato a una rigorosa inchiesta sulla corruzione in seno al ministero dellaDifesa e del contingente russo in Cecenia. Nella sua lunga attività di paladinadei diritti umani nella piccola repubblica caucasica, si era fatta moltinemici, sia fra le forze russe che fra i guerriglieri. Madre di due figli, in passato era stata arrestata e anche più volte minacciataper la sua opposizione al governo e per le sue denunce di violazioni deidiritti umani commesse in Cecenia. Nell'ottobre del 2002, durante l'assalto alteatro Dubrovka di Mosca da parte di un commando di una cinquantina diterroristi ceceni aveva tentato di fare da mediatrice, ma poi l'irruzione delleforze speciali russe aveva vanificato i suoi sforzi.

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