Donne e burka: polemiche
in Francia e Gran Bretagna
Un dentista britannico musulmano rischia di essere radiato per essersi rifiutato di curare le pazienti islamiche che non portavano il velo. Omer Butt teneva nel suo studio una scatola piena di hijab da prestare alle donne prima di visitarle e ordinava a tutti gli uomini di togliersi i gioielli in oro. Nonostante fosse stato già ammonito dal General Dental Council (Gdt), l'ordine professionale dei dentisti, Butt, di Prestwich, vicino a Manchester, ha costretto una donna a lasciare lo studio con lancinanti dolori ai denti, perchè si era rifiutata di coprirsi. Un'altra donna ha denunciato che durante una visita, sebbene avesse acconsentito ad indossare l'hijab, il dentista ha iniziato a chiedere al figlio di lei se pregava e se osservava le norme religiose islamiche. "Lei si considera prima un musulmano e poi un dentista ed è chiaro che utilizza le sua posizione per influenzare i pazienti su questioni non mediche", ha dichiarato la commissione del Gdt che sta esaminando il caso e che ora deciderà se radiare Butt o semplicemente multarlo. Il dibattito francese - La vicenda è di grande attualità visto la polemica sul velo integrale: da diversi giorni sono al centro del dibattito politico in Francia le centinaia di donne francesi che indossano il sitar (un velo che copre il volto, scorrettamente identificato con il burka), o il niqab. Nicolas Sarkozy ha persino tenuto un discorso in parlamento affermando che il burka non è benaccetto in Francia, dal momento che è incompatibile con i diritti della donna, aggiungendo che la Francia non dovrebbe avere timore di difendere i propri valori. Una nuova commissione è stata formata per determinare il modo migliore per combattere l'adozione del velo completo, ed infine per proporre una legge che lo vieti nei luoghi pubblici. Quello che la crisi del burka sottolinea è che il dibattito sulla necessità di dare maggior voce alle donne musulmane è cruciale, ma deve essere condotto con la partecipazione di coloro che sono coinvolte in prima persona, e deve essere utile alla comunità nel suo insieme, invece di rafforzare semplicemente la classe politica ed i suoi obiettivi elettorali.