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Processo all'opposizione

e alla Guantanamo iraniana

Michelangelo Bonessa
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 Ilpresidente dell'Iran Mahmoud Ahmadinejadpassa al contrattacco. Dopo aver spuntato la vittoria sopprimendo le proteste peril risultato del voto delle elezioni presidenziali, mette sotto processo gliavversari politici. Tutto il movimento riformista iraniano fin dalle sueorigini, 12 anni fa, è stato chiamato davanti ai giudici proprio per leproteste seguite al 12 giugno. In sostanza sono alla sbarra quelli chedovrebbero essere l'opposizione del Paese, tutti i fedeli dell'ex presidenteKhatami, uno dei più temibili avversari di Ahmadinejad. Le accuse - I riformisti, haaffermato il magistrato, “cercavano di provocare i giovani perché tenesseromanifestazioni illegali anche negli anni in cui erano al governo”. Cioè tra il1997 e il 2005, durante la presidenza di Mohammad Khatami. Il pubblicoministero ha anche detto che nelle perquisizioni effettuate nelle case dialcuni degli arrestati “sono stati trovati documenti che provano profondedeviazioni non solo dall'Islam ma anche dalla legge e dai fondamenti del sistemaislamico” da parte del maggiore partito riformista, il Mosharekat. AlMosharekat appartiene la maggior parte dei 21 imputati comparsi oggi in aula.Tra di loro, il segretario generale del partito, Mohsen Mirdamadi, giàpresidente della commissione Esteri del Parlamento durante la presidenza diKhatami. La Guantanamo iraniana - Una tragicatestimonianza, simile a quella di tanti giovani arrestati dalle autoritàdurante le proteste scoppiate a Teheran, che si conclude con uno stupro nelcarcere di Kahzirak, chiuso su ordine della Guida Suprema, l'ayatollah AliKhamenei, per gli orribili soprusi sui detenuti. Un giovane riformista laracconta al sito web di 'Etemad', il movimento politico di uno dei leaderdell'opposizione al presidente Mahmoud Ahmadinejad, Mehdi Karroubi, che perprimo e con maggiore veemenza ha denunciato i terribili reati sessuali cui sonostati sottoposti i dimostranti arrestati. “Mi hanno portato in prigione, poi mihanno bendato e legato le mani”, afferma il giovane che ha parlato a condizionedi anonimato per questioni di sicurezza. “Mi hanno picchiato quasi fino adammazzarmi - continua la testimonianza - e poi mi hanno fatto la cosa peggioreche potessi sopportare, qualcosa che anche gli infedeli o i politeistiavrebbero denunciato”. Il giovane riferisce che, dopo lo stupro, è statocostretto a confessare reati non commessi, mentre i suoi carcerieri glidomandavano se gli fosse piaciuta quella terribile esperienza. Karroubi, chenei giorni scorsi era stato criticato per le sue accuse dall'ala piùconservatrice del governo, ha dichiarato che questo è solo un “frammento” delletante testimonianze che ha raccolto sulle violenze commesse dagli aguzzini suidetenuti La replica - Il presidente delparlamento, Ali Larijani, nei giorni scorsi aveva etichettato le accuse diKarroubi come “prive di fondamento” e Ahmad Khatami, una delle massime autoritàreligiose del Paese, ha chiesto addirittura che il leader riformista siafrustato “per falsa testimonianza”. Il quotidiano 'New York Times', che oggiriporta uno stralcio della testimonianza del ragazzo, spiega che il conflittopolitico-religioso scoppiato a Teheran dopo il 12 giugno, il giorno delleelezioni, ha minato alla base la legittimità e la credibilità del governo,provocando divisioni irreparabili nell'establishment della Repubblica Islamica.Inoltre, conclude il quotidiano, le accuse di stupri e torture hanno gettatoun'ombra inquietante sull'autorità religiosa e morale di cui i leader del Paeseritengono di essere titolari.

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