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Russiagate, James Clapper: "Più grave del watergate". Arrestato ex capo campagna elettorale di Donald Trump, Manafort

di Zaccardi Michele martedì 31 ottobre 2017

2' di lettura

È accusato di dodici reati, tra cui riciclaggio e cospirazione a danno degli Stati Uniti, Paul Manafort, ex capo della campagna elettorale di Donald Trump, ora agli arresti domiciliari. Se gli venissero riconosciuti tutti gli addebiti, rischierebbe fino a 80 anni di reclusione, scrive il Corriere della Sera. Il suo fermo suscita preoccupazione alla Casa Bianca: Manafort potrebbe parlare. E per disinnescare la mina, Trump sarebbe disposto anche a concedergli il predono presidenziale. Il caso Russiagate, le indagini sulle presunte interferenze del Cremlino nelle passate elezioni statunitensi, si sta allargando a macchia d'olio, in un susseguirsi di rivelazioni e incriminazioni. A rendere ancora più scomoda la posizione di Trump ci ha pensato James Clapper, l’ex capo della National Intelligence, la stanza dei bottoni dei servizi segreti federali. Ora, il militare, 30 anni nella US Air Force prima di passare al controspionaggio, è diventato la spina nel fianco di Trump. In un'intervista Clapper ha detto che le infiltrazioni russe nelle presidenziali del novembre scorso "hanno implicazioni più gravi di quelle del Watergate perché stavolta a muoversi è un avversario straniero che interferisce in modo diretto, aggressivo, nel nostro processo politico, mirando chiaramente a minare il sistema democratico Usa". Clapper ammette che lui e i suoi uomini non avevano capito quanto fosse profonda e ramificata l'infiltrazione russa nei social media americani. "Sapevamo che usavano i social ma ci sfuggiva quanto sofisticata fosse la loro azione, basata su pubblicità indirizzata a gruppi mirati di utenti e sull’azione di falsi gruppi di attivisti a sostegno di cause di segno opposto, da Black Lives Matter alle campagne contro gli immigrati". Manovre che sono servite "nell’accelerare la polarizzazione e le divisioni nella politica americana". Clapper ha scelto di uscire allo scoperto davanti a una situazione che giudica pericolosissima per la democrazia degli Stati Uniti, scoraggiato dall'elusività della Casa Bianca sul tema. "Li abbiamo informati subito dopo l’elezione di Trump, ma il presidente ha minimizzato, ha detto che il Russiagate è una presa in giro, una caccia alle streghe. Putin fin qui ha vinto". Clapper però non ritiene l'impeachment la strada giusta da percorrere, perché "farebbe esplodere ancora di più polarizzazioni e divisioni, alimenterebbe la teoria delle cospirazioni. Non sono sicuro che la rimozione del presidente sarebbe una buona cosa".

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