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Trump vince tutto, la Clinton quasi. È fatta: la Casa Bianca è "roba" loro

di Andrea Tempestini sabato 30 aprile 2016

2' di lettura

È sempre più Hillary Clinton contro Donald Trump nella corsa per la Casa Bianca, dopo le primarie negli stati del nordest. Se il miliardario americano ha fatto l’en plein trionfando in tutte e cinque le gare dell’ultimo super martedì elettorale (Connecticut, Delaware, Maryland, Pennsylvania e Rhode Island), l’ex Segretario di stato ha ceduto il passo a Bernie Sanders solo in Rhode Island dove il senatore del Vermont ha ottenuto il 55% dei consensi contro il 43,3% della rivale. "Questa è stata la nostra notte più grande: mi considero il presunto candidato" repubblicano, ha esultato il tycoon newyorchese nel suo quartier generale, la Trump Tower sulla Quinta Strada, con al suo fianco la moglie Melania, il figlio Eric e, tra gli altri, l’ex candidato Gop alla presidenza, Chris Christie. "Quando un pugile mette a terra un altro pugile non è che bisogna aspettare una decisione in giro", ha insistito Trump reclamando la nomination. Per Ted Cruz, che non si è aggiudicato alcun delegato, il nordest è stata una debacle preannunciata. Il senatore del Texas è arrivato sempre terzo, dietro John Kasich, tranne che in Pennsylvania. Gli resta un’ultima chance: vincere in Indiana la prossima settimana. La notte ha messo il turbo a Hillary verso il magico numero di 2.383 delegati necessari per la nomination ma Sanders non accenna a voler mollare e anzi, parlando davanti a 6.500 persone in West Virginia, si è appellato ai super delegati sottolineando come sia riuscito a conquistare più voti dell’ex Segretario di stato tra gli indipendenti e i repubblicani. "Con il vostro aiuto torneremo a Filadelfia per la convention democratica con la maggioranza dei voti", ha assicurato Hillary parlando nella città dove il partito dell’Asinello dovrebbe decretare la sua incoronazione. L’ex first lady ha rivolto a Sanders parole di apprezzamento, corteggiando i suoi sostenitori, e riservando gli attacchi solo al suo papabile rivale Gop. "L’altro giorno Trump mi ha accusata di giocare la carta dell’essere donna - ha affermato Clinton - ma se combattere per la salute delle donne, per i permessi familiari retribuiti e per equità nei salari significa giocare la carta di essere donna, allora ci sto". La replica del miliardario è arrivata pochi minuti dopo. Se Hillary "fosse un uomo - ha rincarato il magnate del real estate - non arriverebbe al 5% dei voti". La parola passa ora all’Indiana, dove i candidati si contenderanno 92 delegati democratici e 57 repubblicani.

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