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Ue, la scelta dei commissari: il socialista Moscovici all'Economia ma con il "tutor" rigorista Katainen

di Giulio Bucchi domenica 14 settembre 2014

2' di lettura

In cambio della Mogherini agli Esteri, Matteo Renzi e i socialisti europei devono incassare una brutta botta in tutte le Commissioni economiche dell'Unione europea. Che sono, come noto, quelle che più impattano sulla vita quotidiana degli europei e sui governi nazionali. Tradotto: pessime notizie per l'Italia, la Francia e tutti i paesi dell'area mediterranea, quelli più in difficoltà sui conti. A Bruxelles il presidente Jean Claude Juncker ha presentato la sua squadra e non inganni la nomina del socialista francese Pierre Moscovici (che piaceva poco o nulla a Berlino) come commissario agli Affari economici. Angela Merkel e i rigoristi nordici hanno blindato la politica dell'austerity imponendo il finlandese Jirky Katainen, un falco, come coordinatore di tutti i portafogli economici. Il bavaglio agli anti-rigoristi - Da vicepresidente per la crescita (proprio lui), Katainen farà da contrappeso a Moscovici, decisamente depotenziato. Anche perché tutti i vicepresidenti avranno la facoltà di bloccare l'iniziativa dei commissari e in caso di dubbio sarà il presidente Juncker a decidere. E Juncker è tutto tranne che un fautore della flessibilità. In più c'è il colpo a sorpresa dell'Inghilterra, che piazza ai Servizi finanziari Jonathan Hill. A chiudere il pacchetto delle nomine ci sono l'olandese Frans Timmermans (commissario per le Relazioni inter-istituzionali e la Semplificazione normativa), la bulgara Kristalina Georgieva (commissario per il Bilancio), la slovena Alenka Bratusek (commissario per l'Unione energetica), il lettone Valdis Dombrovskis (commissario per l'Euro e il dialogo sociale) e l'estone Andrus Ansip (commissario per il Mercato unico digitale), oltre naturalmente all'italiana Federica Mogherini come Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell'Ue nonché vicepresidente di diritto della Commissione europea. Non più l'unica, però, perché tutti i sette commissari nominati saranno a loro volta vicepresidenti: un'altra fregatura per Renzi dopo mesi e mesi di pressing selvaggio.  

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