Barack Obama in prima linea per la riduzione degli armamenti atomici. Rivolgendosi a una folla di circa 6mila persone riunite a Berlino, annuncia. "Ho deciso che noi possiamo garantire la sicurezza degli Usa anche se riduciamo i nostri arsenali atomici strategici fino a un terzo". Quindi l'appello alla Russia, invitata a fare altrettanto e a stringere un accordo in tal senso. Ma la replica di Vladimir Putin è secca e immediata: "Non possiamo permettere che sia violato l'equilibrio del sistema della deterrenza strategica, abbassando l'efficacia delle nostre forze nucleari. La Russia non può considerare seriamente la proposta di disarmo". "Serve un'intesa" - Il capo del Cremlino spiega che le parole di Obama non sono ricevibili poiché gli Stati Uniti stanno "sviluppando il loro sistema di difesa anti-missile", quindi spiega che "la creazione di un sistema di difesa spaziale resterà uno dei settori chiave dello sviluppo delle forze armate russe". Alla mano tesa di Obama, insomma, Vladimir risponde picche: "Se ne potrà parlare solo se riguarderà tutte le potenze nucleari". Uno schiaffo a Obama, che a Berlino si toglie la giacca - "tanto tra amici possiamo essere informali - e tira dritto per la sua strada ribadendo la necessità di un'intesa tra Washington e Mosca. L'atomo è in cima all'agenda di Barack, che entro la fine del suo mandato presiederà altri due summit sull'argomento "atomico": "Si tratta di passi da compiere - sottolinea - per creare un mondo di pace e giustizia". Ma l'accordo, al momento, pare utopia.