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Silvia Romano, cosa ottiene la Turchia di Erdogan in cambio della liberazione: i due scenari

lunedì 11 maggio 2020

3' di lettura

L'Italia ha liberato Silvia Romano grazie all' aiuto decisivo della Turchia. A che prezzo? Certo una vita ha un valore non monetizzabile. In teoria. E nelle favole del Tg1. Sul piano internazionale, anche quando ci si spertica in dichiarazioni di solidarietà amorevole, tutto rientra in una logica di rapporti di forza, di dare e avere. E la Turchia in questa operazione si è messa in cassaforte un gigantesco "pagherò" firmato Giuseppe Conte e Luigi Di Maio. In che cosa consisterà? Conosciamo l' astuzia del presidente Erdogan e la sua capacità di giocare su molti tavoli, e sempre con qualche asso nella manica.

I SERVIZI SEGRETI
Prima però bisogna capire perché abbiamo dovuto appoggiarci ad Ankara. Una volta che i servizi segreti hanno individuato la Somalia come prigione e un gruppo di Al Shabab (che vuol dire "I Giovani") come custodi armati della ragazza milanese, era chiaro che bisognava citofonare alla "sublime porta" per avere il via libera all' azione in un' area del mondo, il Corno d' Africa, che la Turchia - a dispetto dei francesi e degli inglesi - si è intestata come sua zona d' influenza primaria. La Somalia oggi è oggi spartita tra i terroristi jihadisti di Al Shabab (prima vicina ad Al Qaeda e ora al Califfato Isis) e un governo molto debole che si appoggia molto alla Turchia e ai suoi investimenti per ritrovare una parvenza di ordine.

Di certo il paese di Erdogan è il fattore nuovo non solo qui ma nell' intera Africa. La restaurazione di qualcosa che somigli all' Impero Ottomano, cancellato alla fine della prima guerra mondiale, perseguita le notti insonni di Erdogan. Il quale ha spostato il baricentro della sua attenzione prepotente non più - e si sa da anni - verso Nord, ma neppure esclusivamente ad Est, dove deve fare i conti con l' Arabia filo americana e la Russia. Oggi guarda come sfera d' influenza sua propria, su cui esercitare egemonia, all' Africa in gran parte oramai (salvo lo Zaire e pochi altri Stati) a prevalenza musulmana.

Per questa penetrazione fa valere i buoni rapporti con la Cina - presente massicciamente in Sudan, Mozambico e nel Corno d' Africa - oltre che con la Russia. La Turchia nell' operazione per la liberazione della ragazza milanese ha avuto di fatto in mano il timone. Ci siamo affidati alle sue forze e a quelle di Mogadiscio che sono una propaggine di Ankara. È stata una scelta necessitata? O così, o al diavolo? Possibile che non abbiamo avuto la forza diplomatica di imporre la guida dell' incursione a nostre truppe scelte? Sono faccende che dovranno essere chiarite, anche se verosimilmente sarà deposto sulla vicenda il mantello del segreto di Stato, che però finisce sempre per essere bucato da qualche roditore interessato.

Alla fine ha prevalso una visione geopolitica, per noi abbastanza umiliante, dell' ordine oggi vigente nel mondo: contiamo poco, e la Nato vale come una scartina a briscola in quel territorio islamico, che come tale è assegnato alla Turchia. Magari bastasse un inchino per contraccambiare la cortesia. La Turchia come spenderà le fiches messegli in mano da Conte? Ci avventuriamo in ipotesi non tanto ipotetiche, se riteniamo che la parcella sarà salata e non si esaurirà in una concessione una tantum.

LA LIBIA E CIPRO
1) La Libia e la questione profughi. La Turchia appoggia Al Serraj (Tripoli) contro Haftar (Bengasi), sostenuto da Egitto e Russia oltre che da Francia ed Emiratini, con gli americani incerti. Pareva che Haftar fosse destinato a una vittoria rapida. Ora sta rinculando, grazie al sostegno dato ad Al Serraj da parte di Doha (Qatar) e, appunto, Ankara. L' Italia era stata dapprima con Al Serraj, spinta a questo dagli Usa e dall' Onu. Poi si è posizionata a metà strada. Chiaro che la Turchia pretenderà un sostegno netto. Gliel' abbiamo promesso? 

2) La Turchia insiste nella Tripolitania di Al Serraj per godere dello sfruttamento dei pozzi antistanti le coste, a danno dell' Eni. Che si farà? Stessa cosa per i giacimenti al largo di Cipro già assegnati con contratto all' Italia e invece presidiati da navi militari di Erdogan. Cose turche?

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