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Vladimir Putin, "ecco quando la sua mente è cambiata". Non solo Covid: Zar impazzito? Il ritratto clinico di un dittatore

domenica 27 febbraio 2022

2' di lettura

Nessuno, o quasi, si aspettava che Vladimir Putin arrivasse a tanto. L'invasione dell'Ucraina alla fine c'è stata. Dal primo giorno di aggressione diversi studiosi hanno cercato di analizzare il perché delle sue mosse. In molti hanno spiegato che lo zar vive in una bolla. Secondo lo scrittore russo Viktor Erofeev, citato dal Corriere della Sera, "nella mente di Putin si è formata chiaramente una realtà parallela, incomprensibile all’Ucraina, all’America e all’Europa". 

Secondo lo zar, infatti, l'Ucraina è un Paese nazista che va fermato: "In questa visione, l’Ucraina dev’essere demilitarizzata, il suo esercito liquidato, il Paese un po’ castrato", continua lo scrittore. Le sue convinzioni, comunque, non sono recenti ma - secondo Erofeev - si sono create nell’arco di vent’anni, quelli in cui è stato presidente. Questa realtà alternativa, inoltre, si fonda su quattro elementi di base: "L’infanzia povera, la gioventù da ragazzo di strada, il Kgb e l’impero sovietico". A pesare su di lui sarebbero ancora la sconfitta della Guerra Fredda e l’umiliazione subita da allora.

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A peggiorare la situazione sarebbe stato anche il suo isolamento dovuto alla pandemia. Anche se alle origini c'è un episodio da non dimenticare, come spiega la politologa Tatjana Stanowaja: "La svolta è all’inizio del 2020 quando Putin modifica la Costituzione e si rende di fatto presidente a vita: può stravolgere le regole a suo piacimento e questo cambia la sua psicologia e il modo in cui si rapporta ai suoi avversari interni ed esterni, lo fa sentire onnipotente". Difficile, però, per tutti gli altri leader trattare con un personaggio di questo tipo. Chi è andato a negoziare con lui prima dell'invasione, infatti, si sarebbe trovato davanti un leader aggressivo, emotivo e soprattutto lontano dalla realtà.

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Daniele Capezzone