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Vittorio Feltri, "Caro Vladimir Putin, che cosa si prova?". La lettera aperta allo Zar

Vittorio Feltri
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Caro Putin, so benissimo che lei non è un lettore di Libero, ma spero che qualcuno le riferisca quanto sto per scriverle. La prego non tanto di cambiare idea sulla vicenda bellica in atto, non sono uno stratega militare e non pretendo di fornirle consigli. Soltanto intendo invitarla a scrutare le immagini televisive che raccontano in modo efficace quanto sta accadendo in Ucraina da quando lei, che avrà le sue buone o cattive ragioni, ha deciso di invaderla. Mi dica, cosa prova nel constatare la disperazione di un popolo che, per quanto possa avere dei difetti gravi, non ha colpe dirette che lo rendano meritevole di punizioni? Non ritiene che sia straziante osservare mamme e bambini che per sfuggire ai suoi bombardamenti micidiali abbandonano le loro città, gente terrorizzata che scappa senza sapere dove andare, carica di paccottiglie, lo sguardo perso, desiderosa soltanto di evitare la morte? Presidente, faccio appello alla sua umanità: la smetta di sparare su tanti innocenti e imponga a Kiev di trattare onde trovare un compromesso onorevole che ponga fine ai massacri.

 

Guardi negli occhi dei tanti fanciulli ignari degli accadimenti in corso e provi pietà per loro, come la proviamo noi impotenti spettatori della tragedia. Non sono in grado di valutare le questioni geopolitiche che richiedono conoscenze che non possiedo. Mi auguro soltanto che anche lei, uomo come me, avverta una fitta al cuore assistendo allo smarrimento di tante persone che, minacciate da armi micidiali, possono solamente cercare una via di salvezza. Uomini e donne che fino a ieri tiravano avanti con sacrifici, garantendo alle loro famiglie una esistenza decente, e che oggi, all'improvviso, si sentono smarriti perché i cannoni distruggono edifici e seminano vittime innocenti. Caro Putin, si metta una mano sul muscolo cardiaco e se lo sente pulsare: risparmi agli ucraini di essere sterminati come mosche. Che male le hanno fatto per infliggere loro un castigo tanto crudele? Permetta che sopravvivano senza temere di essere falciati da una raffica di mitra, lasciando i loro figli orfani e incapaci di crescere decentemente.

 

 

Che danno le hanno arrecato coloro che lei ora considera nemici da abbattere? La prego, non si faccia trascinare da un odio insensato e dia mandato alla sua diplomazia di trattare una resa che non sia umiliante per nessuno. Serve un po' di buona volontà, bisogna abbassare la cresta: un capo di Stato come lei può porre freno al proprio orgoglio; se lo farà il mondo intero le sarà grato. La Russia è un grande Paese che non necessita di trasformare l'Ucraina in una macelleria a cielo aperto per confermare la propria potenza. La generosità a volte è più efficace dell'arroganza. Anziché premere il grilletto, prenda una camomilla e le saremo tutti riconoscenti se cesserà le ostilità. 

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