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Vladimir Putin, i retroscena sull'adunata allo stadio: uscite bloccate dai militari, ricompensa da 500 rubli

sabato 19 marzo 2022

2' di lettura

Si torna a parlare del discorso alla nazione di Vladimir Putin, l'adunata allo stadio Luzniki di Mosca di ieri, venerdì 18 marzo. Davanti allo zar ecco 200mila persone, anche se la capienza massima era di 80mila persone. Adunata che richiama alla mente altre epoche, occasione in cui il presidente della Federazione russa ha ribadito i suoi obiettivi, in un discorso di rara violenza e a tratti delirante.

Del discorso se ne è parlato per il misterioso black-out che ha interrotto le parole del presidente: attacco hacker? Boicottaggio? Difficile saperlo, per certo il Cremlino, tramite il portavoce Dmitry Peskov, ha derubricato il tutto a "problema tecnico". Dunque il dettaglio del piumino Loro Piana da circa 12mila euro che indossava lo zar: altra circostanza che ha fatto discutere. Il suo tentativo di mostrarsi in abiti "popolari", insomma, è fallito alla grande.

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Ma non solo. Ora ad aggiungere dettagli clamorosi ci pensa La Stampa, che in un lungo retroscena racconta la macchina della propaganda russa. A Mosca, spiega il quotidiano, i trasporti funzionavano benissimo: scaricavano gente dai pullman e dai treni con efficienza militare. E ancora, si apprende che le scuole avevano programmato per la mattinata delle lezioni speciali sulla Crimea sull'importanza delle "operazioni militari".

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E ancora, si scopre che tutti i dipendenti pubblici avevano l'obbligo di essere allo stadio Luzinki: a loro è stato concesso un giorno di riposo aggiuntivo o una ricompensa in denaro, insomma un escamotage perfetto per riempire lo stadio, dato che in Russia, a causa delle sanzioni, ora anche una manciata di rubli può essere decisiva. Una volta finito il concerto, si apprende, poliziotti e militari hanno costretto le persone a restare dentro allo stadio per almeno 30 minuti: inaccettabile il fatto che qualcuno lasciasse prima del termine dell'evento. Infine, quanto scrive Repubblica: molti sarebbero andati allo stadio o sotto ricatto o per la promessa di incassare un compenso di 500 rubli. Robe da dittatura purissima.

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Daniele Capezzone