L'inchiesta

Igor Shuvalov, "dove è stato rintracciato il suo jet". Lo schiaffo dell'oligarca alle sanzioni

Le sanzioni imposte dall'Occidente funzionano davvero? I dubbi ci sono anche perché gli oligarchi russi starebbero continuando a utilizzare i loro jet in barba alle restrizioni. Lo rivela un'inchiesta del Guardian, fatta in collaborazione con un consorzio di centri investigativi, media e giornalisti che opera in Europa orientale, Caucaso, Asia centrale e America centrale.

 

 

 

Tra i potenti uomini russi che continuerebbero a usare i loro mezzi ci sono, per esempio, l'ex vice primo ministro Igor Shuvalov, Alisher Usmanov e Roman Abramovich. In particolare, come riporta anche il Giornale, i jet collegati a Shuvalov sarebbero stati rintracciati mentre volavano in entrata e in uscita da alcuni aeroporti Ue nonostante il blocco imposto il 23 febbraio. I Paesi attraversati più volte, stando ai dati forniti da Flightradar24, sono Ginevra, Monaco, Parigi, Milano ed Helsinki.

 

 

 

Anche Usmanov, che è uno degli uomini più vicini a Putin, avrebbe volato con i suoi jet dopo il divieto imposto dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, secondo ADS-B Exchange, un sito web che raccoglie e analizza i dati del velivolo in tempo reale. In particolare, un jet sarebbe decollato da Monaco la sera del 28 febbraio, mentre un altro da Firenze lo stesso giorno con direzione Uzbekistan. Anche se poi il segnale radar è stato spento dalle parti del Turkmenistan. In ogni caso, il suo portavoce ha smentito tutto: "Neghiamo che ci sia stato qualsiasi illecito o tentativo di evitare che i beni venissero sanzionati". Abramovich, invece, avrebbe eluso le sanzioni occidentali mettendo al sicuro i suoi yacht in Turchia. Non è andata meglio col jet. Il suo Bombardier Global 6000 infatti è bloccato in Lettonia per il mancato permesso di decollo da parte delle autorità.