Operazione militare speciale

Russia, i soldati possono disertare per legge. Putin si è rovinato con le sue mani: conferme dalla prima linea

I soldati russi si stanno rifiutando di combattere in Ucraina. Molti di essi sono stati licenziati, altri rischiano un'accusa per diserzione. Per loro è stato avviato un procedimento disciplinare che ha costretto i militari a rivolgersi a un avvocato. Sono stanchi e demoralizzati, sostengono fonti di intelligence occidentali. Gli ultimi nell'ordine sono 60 paracadutisti di una unità nella provincia di Pskov, riporta il Messaggero.

 

 

I primi invece sono stati dodici membri della Guardia nazionale russa di Rosgvardia nella regione di Khakassia, considerata in Russia come l'esercito personale di Putin. Con in testa il capitano Farid Chikhov, si sono rifiutati di invadere l'Ucraina il 25 febbraio scorso. Il primo marzo sono stati licenziati. Il loro avvocato Mikhail Benjash in un'intervista a Meduza -rivista dissidente online - ha spiegato la linea difensiva: "Se ci fosse un conflitto in corso, o una situazione di emergenza, o la legge marziale, allora i termini contrattuali potrebbero essere cambiati senza il consenso degli interessati, e per 6 mesi. Ma qui non c'è un conflitto, c'è solo una operazione militare speciale. E la legge non prevede niente in merito. Quindi, tu ufficiale della Rosgvardia puoi andare in Ucraina, ma solo se sei d'accordo".

 

 

Insomma, proprio l'espressione "operazione militare speciale" voluta da Vladimir Putin che ha vietato la parola "guerra", potrebbe ritorcersi contro. Del resto c'è un vero e proprio "rifiuto di massa, dalla Siberia al Caucaso del Nord. Pavel Chikov, anche lui avvocato, ha parlato su Telegram di "storie analoghe in Crimea, a Novgorod, Omsk, Stavropol. Stanno tutti cercando assistenza legale" per non dover ubbidire all'ordine di partenza per il fronte ucraino.