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Volodymyr Zelensky scappato in Polonia con l'aiuto di Putin: la storia che sconvolge l'Europa

lunedì 11 aprile 2022

2' di lettura

Dicono che ognuno abbia un sosia nel mondo: teoria assodata per Volodymyr Zelensky. E non solo. Umid Isabaev, attore 41enne, è la copia identica del presidente dell’Ucraina, è ciò gli ha permesso di lavorare come imitatore per anni. Ora la sua vita è in pericolo, in quanto fin dal primo giorno del conflitto con la Russia, il presidente ha dichiarato di essere "l'obiettivo numero uno del nemico". In periodo di guerra non è di certo la circostanza migliore somigliare all’uomo che guida una resistenza."

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Umid si è trovato in questa inaspettata vicenda senza sapere come uscirne. In suo soccorso sono arrivati però altri due personaggi particolari: il sosia di Vladimir Putin e quello di Kim Jong Un. Ironia della sorte? Fatto sta che “Howard X”, il sosia del leader nordcoreano, ha scelto di raccontare questa storia al Washington Post, a patto che i suoi dati sensibili non vengano smascherati. Il collega si è messo nei panni di Umid, seguendo la vicenda dell’Ucraina dal suo nascondiglio segreto, e ha deciso di aiutarlo.

Howard confessa che la carriera da sosia ha i suoi lati positivi, in fatto di notorietà e proposte di lavoro, ma allo stesso tempo può avere ripercussioni pericolose. In un intervista rilasciata alla Bbc confessa: “Le dittature non hanno il senso dell’umorismo”. Ritrovandosi quindi nei panni di Isabaev, ha proposto di offrirgli il viaggio per fuggire dal paese. I due non si conoscono personalmente ma hanno lavorato a uno stesso documentario sui sosia politici, mandato in onda nel 2020 da una rete televisiva russa. Howard ha poi rintracciato anche un altro personaggio “caldo” del momento: Slawomir, conosciuto come “Steve Poland”, il sosia di Vladimir Putin. Quest’ultimo ha dichiarato: “Anche se fingo di essere lui, non lo ammiro”. Il compito di quest’ultimo è stato quello di rimanere in assiduo contatto mentre il sosia di Zelensky si dirigeva verso la Polonia. Viaggio che è durato una settimana, fino al 12 marzo quando è arrivato sano e salvo in terra polacca. Qui è stato accolto da un auto fornitagli dal sosia di Kim Jong Un che l’ha scortato in un hotel pagato da lui stesso. Umid e Slamowir si sono poi incontrati in un bar polacco per bere una birra insieme e facendosi un selfie, postato poi sui social. “Ci vediamo quasi ogni giorno. Siamo amici” dichiara Isabaev.

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