Gli orrori della guerra

Lavrov-choc su Zelensky: "Ecco perché è diverso da Adolf Hitler"

Attacca Zelensky e gli Stati Uniti il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ma apre a un incontro tra Biden e Putin per trovare una soluzione di pace. "Non bisogna dire bugie, ce lo hanno insegnato all'asilo, ma evidentemente gli asili americani non sono altrettanto sviluppati come quelli russi", ha detto al canale televisivo Rossiya 1 Tv, sostenendo che non è la Russia a non voler partecipare alla mediazione. "Zelensky non è Hitler perché non è lui a decidere, gli impongono le decisioni" ha poi aggiunto Lavrov, lasciando intendere che non è quindi Zelensky la parte con cui mediare ma gli Usa. Gli Stati Uniti sono, di fatto, "coinvolti da molto tempo" nel conflitto in Ucraina e stanno armando il regime di Kiev, ha sottolineato il ministro degli Esteri russo. "Mi sembra che gli americani di fatto abbiano partecipato a questa guerra per molto tempo. Non stanno solo armando il presidente ucraino Zelensky e il suo regime, ma stanno fornendo dati di intelligence dai satelliti". 

 

 

Mosca non esclude poi la possibilità di un incontro tra Putin e Biden a margine del prossimo G20 in Indonesia e valuterà la proposta nel caso arrivasse. Mosca, ha aggiunto Lavrov, accoglie sempre con favore qualsiasi proposta di colloquio finalizzato al raggiungimento della pace. La Russia è aperta al dialogo con l'Occidente, chi afferma il contrario dice "una bugia" ma "sta aspettando una proposta seria". Quindi smentisce la dichiarazione del portavoce del Pentagono John Kirby, secondo il quale Mosca avrebbe rifiutato una proposta di Washington di dialogare. "Questa è una bugia. Non abbiamo ricevuto alcuna proposta seria di contatto" ha detto Lavrov che ha quindi accusato la Gran Bretagna e gli Stati Uniti di aver fatto deragliare i colloqui di Istanbul mediati da Erdogan.

 

Rispetto all'uso di armi tattiche nucleari Lavrov ha rassicurato che "Putin ha ripetutamente affermato che nella nostra dottrina nucleare forniamo esclusivamente misure di ritorsione volte a prevenire la distruzione della Federazione Russa a seguito di attacchi nucleari diretti o altro tipi di armi che mettono in pericolo l'esistenza stessa dello stato russo".