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Zelensky, Obama contro Biden: "Digli come stanno le cose"

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Joe Biden e Barack Obama ai ferri corti. Il motivo? Volodymyr Zelensky. A quanto pare, l'ex presidente è sceso nel merito della guerra in Ucraina e ha criticato aspramente la strategia di Biden. "Dobbiamo dire onestamente all’Ucraina cosa possiamo fare e cosa non possiamo fare. Gli Stati Uniti e la Nato dovrebbero determinare in modo indipendente dei limiti, sulla base della possibilità che il conflitto tra Russia e Ucraina finisca col degenerare in un’escalation tra la Russia, gli Stati Uniti e la Nato". Così ha parlato Obama in un'intervista con il podcast Pod Save America. Un intervento pesante che mette in discussione la linea dei democratici in fatto di politica estera, e che pone al centro dell'attenzione il pericolo, costante, di una guerra globale e nucleare.

 

 

Eppure, Obama e Biden appartengono allo stesso partito democratico. Per cui la critica arriva come un fulmine a ciel sereno, se si considera anche che nella politica degli Stati Uniti non è usuale criticare i propri successori, soprattutto sulle questioni internazionali. Non solo per rispetto della carica, ma anche per non compromettere la credibilità dell’intera nazione. Ma a esortare Obama a farsi avanti, evidentemente, è lo stessa leadership americana che è palesemente in declino. Ne sono testimonianza i sondaggi delle elezioni di medio termine dell'8 novembre, un appuntamento molto importante nel panorama statunitense, in quanto vanno a testare la tenuta del partito del presidente in carica. Per Obama il sostegno a Zelensky è fondamentale. Tuttavia occorre "fargli capire cosa gli americani possono e non possono fare". Non possono, per esempio, incoraggiarlo nella sua inflessibilità. Soprattutto alla luce del rapporto attuale tra gli Usa e la Russia. "La cosa che mi preoccupa di più" conclude Obama - "sono le linee di comunicazione tra la Casa Bianca e il Cremlino, che sono deboli come lo sono state per tanto tempo. Perfino durante la guerra fredda c'era la capacità di fare una telefonata e lavorare attraverso i canali diplomatici". 

 

 

 

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