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Afghanistan, Vittorio Feltri: "Per le donne resta un incubo"

di Vittorio Feltri giovedì 22 dicembre 2022

2' di lettura

C'era da aspettarselo. In Afghanistan sta succedendo la fine del mondo. Il Paese occupato per venti anni dagli americani e in parte anche dagli italiani, e non si sa a quale scopo, non si è affatto dotato di una sia pur rudimentale democrazia, ma è sprofondato in un regime canaglia. Per dirne una, le donne non potranno più accedere all'università, non meritano di studiare e di svolgere professioni alte. Devono starsene in casa a fare le serve, per giunta maltrattate, a omaccioni violenti dal cervello atrofizzato. Una notizia questa talmente rivoltante che ci fa schifo anche scriverla per informare i nostri lettori delle porcate di cui sono capaci molti - quasi tutti- gli islamici, la cui cultura è un metro sotto quella delle pecore. L'Afghanistan è destinato a rimanere tribale chissà per quanti anni ancora, forse per sempre.

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Dopo ben quattro lustri durante i quali dovevano educarsi al rispetto del prossimo, femmine incluse, si sono rivelati impermeabili alla civiltà occidentale. Il problema è che nelle stesse famiglie locali si educano i figli secondo principi religiosi che fanno orrore, considerando le ragazze "minus quam merdam". Non c'è rimedio. Basta vedere come si comportano gli stregoni musulmani che menano il torrone in Iran e di fronte alle giustificate proteste popolari non sanno fare altro che impiccare i giovani ribelli in piazza sotto gli occhi pieni di sgomento dei cittadini. Sarebbe interessante chiedere agli americani per quale arcano motivo si siano trattenuti a Kabul per due decenni se il risultato che hanno ottenuto è quello di confermare l'inferiorità delle signore.

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Inoltre vorremmo sapere perché i nostri connazionali in armi siano corsi, su ordine dei governi, nel Paese del Terzo Mondo senza riuscire a modificare di una virgola i costumi primitivi in vigore da quelle parti. In realtà non c'è nessuno da noi che abbia sollevato il problema. Molti soldati che hanno combattuto in Afghanistan sono morti e non si capisce perché l'Italia abbia chiamato la campagna "missione umanitaria". Invitiamo i partiti di maggioranza e di opposizione a fare un minimo di chiarezza sul fatto che correre appresso agli americani significa solo spargere sangue e non concludere nulla di positivo.

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