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Copti e ortodossi litigano

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Santo sepolcro verso il crollo

Albina Perri
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Il luogo più buono del mondo, la Basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme, rischia di crollare per una lite. I monaci e i visitatori sono in pericolo perché il tetto del monastero Deir Sultan sta cedendo, ma nessuno lo vuole aggiustare. Motivo: uno scontro sulla proprietà del luogo sacro tra Chiesa Ortodossa e Copta. Il monastero non si riesce a ristrutturare: l'allarme appare oggi sul quotidiano israeliano Haaretz, che cita un recente rapporto tecnico secondo il quale «il pericoloso stato» dell'edificio «mette in pericolo la vita dei monaci e dei visitatori» e pone un rischio anche per le chiese vicine, compresa la Basilica del Santo Sepolcro. Composto da due cappelle e 26 celle monacali, il Deir Sultan è abitato da monaci etiopi, ma la Chiesa copta ne rivendica la proprietà. Già nel 2004, prima che la situazione dell'edificio peggiorasse ulteriormente, il ministero israeliano degli Interni si era offerto di pagare i lavori a patto che i contendenti trovassero un accordo. Ora l'arcivescovo Matthias, capo della Chiesa etiope a Gerusalemme, ha inviato una lettera denunciando l'urgenza della situazione e chiedendo al governo israeliano d'intervenire come parte neutra e realizzare i lavori. La condizione di un'accordo con i copti «è per noi inaccettabile»- scrive l'arcivescovo- «perchè noi non riconosciamo nessun diritto alla Chiesa copta su quest'area».

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