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Nikolaj Ogolobiak, il cannibale mandato al fronte: "Gloria a Satana", l'orrore di Putin

Andrea Morigi
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A dispetto delle pretese messianiche del patriarcato ortodosso di Mosca di rappresentare “la terza Roma”, in Russia si reclutano satanisti e cannibali da mandare al fronte per invadere militarmente l’Ucraina. Nikolaj Ogolobiak, 33enne leader di una setta satanica, fu condannato a 20 annidi reclusione nel 2010 perché ritenuto colpevole insieme ad altri suoi adepti di aver marchiato a fuoco con il simbolo 666 quattro minorenni e averli uccisi due anni prima durante un rito. Ogolobiak e la compagna, secondo le risultanze del processo, scalparono, tagliarono il cuore delle loro vittime, asportarono loro i seni, li smembrarono e ne mangiarono parzialmente le carni «per la gloria di Satana». Poi, il mostro è stato “perdonato”, a patto che si sottoponesse a un periodo di addestramento della durata di sei mesi presso la Stoem Z, un’unità di combattimento ausiliaria dell’esercito russo che si ispira al Gruppo Wagner, ed è costituita quasi interamente da ex galeotti. E ora andrà a combattere per la Santa Madre Russia, come hanno già fatto altri 17 assassini, stupratori e alcuni tra i peggiori delinquenti della Russia, liberati e graziati da Putin dopo aver combattuto in Ucraina.

 

 

 

Fra costoro, il caso finora più famoso era quello di Serghei Khadzhikurbanov, il presunto killer della giornalista Anna Politkovskaya, il quale aveva ricevuto una condanna a 20 anni di reclusione per l’omicidio, avvenuto nel 2006. Avrebbe dovuto rimanere dietro le sbarre fino al 2034, ma è riuscito ad approfittare dell’opportunità offerta dal Cremlino ed era tornato in libertà per il “merito” di essersi arruolato e aver partecipato all’«operazione militare speciale». Così ha riferito il suo avvocato, Alexei Mikhalchik. Khadzhikurbanov, ex agente del dipartimento per la lotta contro la criminalità, ha trascorso al fronte 6 mesi. Comunque la grazia a Khadzhikurbanov «non è una prova di espiazione della colpa, ma un fatto di mostruosa ingiustizia», hanno dichiarato i figli della giornalista a Novaya Gazeta, giornale per cui lavorava la reporter uccisa. Effettivamente, in almeno tre casi, le reclute sono tornate dal fronte e, invece di imitare la clemenza delle autorità nei loro confronti, hanno ripreso a uccidere i loro compatrioti. Un ex galeotto ha addirittura assassinato la sorella, bruciandola viva in casa. Invece dei valori cristiani, che secondo la propaganda russa si incarnano nel connubio fra preti e soldati, simboleggiato dall’alleanza fra il presidente Vladimir Putin e il patriarca ortodosso Kirill e dalla Cattedrale della Vittoria eretta nel 2020, la storia sta testimoniando una realtà, che appartiene al mondo delle tenebre. 

 

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