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Mar Rosso, altro attacco alla nave norvegese: dietro agli Houthi, l'Iran

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La nave cisterna novergese Strinda è ancora sotto attacco degli Houthi yemeniti. La Francia ha infatti annunciato di aver abbattuto un drone che minacciava la petroliera già colpita ieri sera 11 dicembre da un missile nel Mar Rosso. Come ha riferito il ministero degli Esteri francese, la fregata multimissione Languedoc "ha intercettato e distrutto un drone che minacciava direttamente la Strinda" e poi "si è posta a protezione della nave, impedendone il tentativo di dirottamento". 

L'imbarcazione è in rotta dalla Malesia verso l’Italia con un carico di materie prime per biocarburanti. Eni ha confermato che la Strinda, di proprietà di una società terza, sta effettuando un trasporto spot di circa 15 mila tonnellate di residui e scarti della lavorazione di oli vegetali, destinato alle bioraffinerie Eni in Italia.  

Ieri sera alle 22 ora italiana un missile da crociera terrestre, lanciato dallo Yemen controllato dagli Houthi, ha infatti colpito la nave cisterna commerciale, provocando un incendio e danni ma nessuna vittima. L’attacco è avvenuto a circa 60 miglia nautiche (111 chilometri) a Nord dello stretto di Bab al-Mandab. Il cacciatorpediniere della marina americana Uss Mason era nelle vicinanze e ha prestato subito aiuto.

Gli Houthi, vicini all’Iran, sono entrati nel conflitto in Medio Oriente da quando è scoppiata la guerra tra Israele e Hamas il 7 ottobre attaccando navi lungo rotte marittime vitali e lanciando droni e missili contro lo stesso Israele. Sabato 9 dicembre, i ribelli yemeniti hanno dichiarato che avrebbero preso di mira tutte le navi dirette in Israele, indipendentemente dalla loro nazionalità, e hanno messo in guardia le compagnie di navigazione internazionali dal trattare con i porti israeliani. E sono stati di parola. 

Il gruppo, che governa gran parte dello Yemen, afferma che i suoi attacchi sono una dimostrazione di sostegno ai palestinesi e ha promesso che continueranno fino a quando Israele non fermerà la sua offensiva sulla Striscia di Gaza. Del resto hanno un arsenale consistente: missili da crociera con un raggio d’azione superiore ai 1600 chilometri, droni kamikaze e ordigni antinave. Oltre ad una grande tenacia. 

Si sta dunque aprendo un nuovo fronte? Il rischio già ventilato dall'Iran si sta facendo sempre più concreto. È il Mar Rosso? L'escalation, come ha scritto Mario Sechi nel suo editoriale su Libero, è cominciata con l’attacco alla nave da guerra USS Carney e a diverse altre navi commerciali nel Mar Rosso con droni e missili balistici. "La via del Mar Rosso è vitale per il commercio mondiale, colpire il traffico marittimo nello Stretto di Bab el-Mandeb significa chiudere l’accesso al Canale di Suez", ricorda il direttore. Secondo un report del centro studi Srm di Intesa San Paolo, "il 12% del commercio mondiale transita nel Canale, il 30% del volume dei container del trasporto marittimo internazionale, a Suez passa quasi il 5% del greggio mondiale, il 10% dei prodotti petroliferi el'8% dei flussi marittimi di gas liquido. E l’Italia? Il 40% di tutto l’interscambio commerciale marittimo italiano pari a 82,8 miliardi di euro, ha come destinazione paesi raggiungibili solo attraverso il Canale di Suez". 

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