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Ammiraglio Cavo Dragone: "Italia più esposta, ci saranno altri attacchi nel Mar Rosso"

lunedì 4 marzo 2024

2' di lettura

Dopo l'abbattimento di un drone da parte del cacciatorpediniere Duilio, la nostra Marina ha sempre di più un ruolo fondamentale nella guerra contro gli Houti nel Mar Rosso. E secondo quanto riporta l'ammiraglio Cavo Dragone, gli attacchi contro le nostre unità non si fermeranno e potrebbero esserci nuovi scontri in un contesto, come quello del Mar Rosso, ad alto rischio: "Non direi che il nostro Paese sia un target deliberato in questa guerra ma il nostro ruolo in quell’area ci espone maggiormente ai rischi. Finché la comunità internazionale non aveva schierato la propria forza in quell’area, a difesa delle rotte, ovviamente non si verificavano scontri diretti. Ora la situazione è radicalmente cambiata e questi episodi dobbiamo metterli in conto", afferma in un'intervista al Messaggero il Capo di Stato Maggiore della Difesa italiana.

"La Caio Duilio stava già monitorando alcuni droni e a un certo punto l’equipaggio si è reso conto che uno si è staccato dal gruppo e ha puntato la nostra unità. Quando il velivolo è arrivato a una certa distanza si è deciso di intervenire - sottolinea - La decisione è stata presa quando si trovava a 6 mila metri di distanza e l’ordine di sparare è stato dato quando era arrivato a 4.500. Tra allarme e intervento sono passati circa 50 secondi".

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Se dovesse succedere ancora, Cavo Dragone ricorda che "le regole d’ingaggio sono chiarissime. La nostra unità le ha finora rispettate alla lettera. L’autodifesa, e la difesa estesa a favore del naviglio in transito, sono i principi fondanti della nostra attività. Se sarà necessario, insomma, spareremo ancora. D’altronde siamo addestrati proprio per questo. Non ci facciamo spaventare". Sul perché si sia passati dalle minacce all’attacco reale da parte degli Houthi, Cavo Dragone conclude: "Non ci sono stati fatti specifici, nessun altro incidente in mare. Neanche con le marine degli Stati alleati. Certo, la decisione del nostro Paese di partecipare ad Aspides con un ruolo così importante ci espone maggiormente. Ma questo è il nostro mestiere, ci addestriamo anche per combattere". 

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