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"Le palline da tennis stanno devastando Thailandia e Indonesia": quello che pochi sanno

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Ben 2,6 milioni di italiani sono rimasti incollati alla tv per vedere Jannik Sinner, il quale ha ormai scatenato una vera e propria tennis mania. Tanto che la produzione di palline da tennis è in crescita.

Le palline, osserva il Fatto quotidiano, vengono continuamente sostituite durante i match, "usandone di nuove dopo 7 giochi dall’inizio dell'incontro e poi ogni 9 giochi (solo a Wimbledon se ne usano 55mila). Ma la traiettoria delle palle da tennis, terminato il loro uso, finisce nell’ambiente".

Insomma, ogni anno nel mondo si producono 330 milioni di palle da tennis per un fatturato "che l’anno scorso ha superato i 1,42 miliardi di dollari e che è previsto in crescita del 40% entro il 2030, grazie all’aumento della popolarità di questo sport", si legge nell'articolo.

 

 

Tra i Paesi produttori, ci sono dopo gli Stati Uniti, la Cina (con il 33 per cento dell'export globale), la Thailandia (31 per cento) "con un traffico marittimo che due anni fa ha riempito 173 mila container". 

Secondo la Federazione internazionale del tennis (Itf), "ogni pallina dev’essere realizzata con una proporzione fissa di 72 a 28 tra gomma naturale e sintetica: così si stanno deforestando Thailandia e Indonesia. Poi c’è l’impronta di carbonio della gomma sintetica: la filiera dei componenti può portare una pallina da tennis a percorrere 80 mila chilometri attraverso 11 Paesi prima di essere giocata. Infine, lo smaltimento: o in discarica (solo negli Stati Uniti, 125 milioni di palline l’anno) dove ci mette 4 secoli a decomporsi, o negli incineritori", riporta il Fatto.

 

 

Il consumo di palline dunque sta avendo un pesante impatto ambientale. Per ridurne gli effetti sul pianeta, "alcune imprese le triturano per produrre pavimenti. In Olanda è nata Renewaball, la prima palla realizzata con materie riciclate e a filiera corta. Il produttore leader negli Usa, Wilson, ha lanciato Triniti, una palla che resta 'fresca' quattro volte più a lungo, e ha lanciato il progetto no profit Recycle Balls per riutilizzarle. Anche l’Itf ha avviato un gruppo di lavoro per studiare il problema, a partire dalle regole di gara".

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